È stato così accolto dal più alto organo di giustizia del Paese il ricorso presentato da due cittadini che avevano citato lo Stato di New York per la limitazione al porto d’armi.
I giudici, dopo la votazione passata con 6 voti contro 3, hanno dichiarato incostituzionale questa particolare legge in vigore dal 1911.
Le ripercussioni della sentenza di ieri interesseranno oltre 80 milioni di cittadini americani, vale a dire quelli che risiedono negli Stati che fino a questo momento mantenevano in vigore tale ordinanza restrittiva e dove erano state presentate procedure legali similari: lo Stato di New York e altri sette Stati ai quali va aggiunta la giurisdizione della capitale Washington.
La deliberazione della Corte Suprema è stata motivata facendo riferimento al Secondo emendamento della Costituzione, quello che, in senso lato, sancisce il diritto a portare le armi, un principio fondamentale che vale per tutti gli Stati.
La decisione della Corte ha suscitato reazioni di carattere opposto, approfondendo la già esistente polarizzazione del Paese.
Il presidente Joe Biden si è dichiarato “profondamente deluso” da questa decisione, esortando gli americani, perlomeno quelli simpatetici con la sua visione, “affinché facciano sentire la loro voce”.
Soddisfazione, invece, nell’altra metà degli Stati Uniti dove comuni cittadini, unitamente ai rappresentanti della NRA, l’associazione dei produttori e dei possessori di armi, hanno salutato la sentenza della Corte come una vittoria di proporzioni monumentali, ma anche come uno spartiacque giuridico che garantirà d’ora in poi agli “uomini onesti e alle donne oneste d’America” di poter avere sempre con sé la propria arma, anche fuori dalla loro abitazione e senza essere tenuti a giustificarne la presenza.