NEW YORK - Le prime retate contro gli immigrati sono iniziate nella Grande Mela. La segretaria agli Interni Kristi Noem ha postato un video nel quale ha annunciato l’arresto, avvenuto nel Bronx, di uno straniero accusato di vari reati.
Nel frattempo, il presidente Donald Trump ha chiesto ai repubblicani della Camera i fondi per completare la costruzione del muro con il Messico e intensificare gli sforzi per le espulsioni. “Non vedo l’ora di lavorare con il Congresso su un provvedimento in grado di finanziare i nostri piani per ripristinare in modo totale e permanente la nostra sovranità al confine”, ha detto Trump, chiedendo il finanziamento per un “aumento record del personale di sicurezza” al confine e per tutte “le infrastrutture e barriere, incluso il completamento del muro”.
Secondo quanto riferito da alcuni funzionari alla CBS News, il governo del presidente salvadoregno Nayib Bukele starebbe negoziando con l’amministrazione Trump un accordo che consentirebbe agli Stati Uniti di deportare nello Stato centroamericano gli immigrati provenienti da Paesi terzi, compresi sospetti esponenti della criminalità organizzata.
Grazie al programma “Paese terzo sicuro”, il governo degli Usa potrebbe trasferire a El Salvador persone giunte in territorio statunitense da altre nazioni, in modo che possano presentare domanda di asilo da lì. L’accordo potrebbe essere concepito principalmente per consentire all’amministrazione del presidente Donald Trump di espellere i cittadini venezuelani, evitando così di scontrarsi con l’opposizione del presidente Nicolás Maduro a tali rimpatri.
Secondo CBS News, il piano prevede anche l’invio in El Salvador di presunti membri della banda criminale venezuelana “Tren de Aragua”, che Trump vuole dichiarare “organizzazione terroristica” e che ha accusato di essere responsabile di crimini contro cittadini statunitensi durante la campagna elettorale del 2024.