WASHINGTON - La fuga dell’omicida di Charlie Kirk sarebbe finita. L’autore sarebbe il ventiduenne Tyler Robison, residente nello Utah: è stato arrestato ieri sera alle 23.00 a St. George, vicino allo Zion National Park, a 400 chilometri di distanza dal campus universitario dove l’attivista conservatore è stato ucciso. Lo riporta il New York Times.
L’annuncio della cattura era stato fatto dal presidente Donald Trump, durante un programma di Fox News. L’uomo pare sia stato consegnato da un familiare, forse è stato convinto dal padre ad arrendersi. Il tycoon ha già emesso la sua sentenza: “Spero nella pena di morte”, la stessa linea espressa nei giorni scorsi dal governatore repubblicano dello Utah, Spencer Cox.
Il presidente Usa è intervenuto nel programma Fox & Friends ,comunicando la svolta nelle indagini: “L’ho appreso 5 minuti fa – ha detto –. Una persona che sembra davvero essere il sospettato è in custodia. È stato consegnato da qualcuno molto vicino a lui”. E ancora: “Kirk era una persona eccellente e non meritava quello che gli è successo”. Le autorità locali, ha concluso il leader della Casa Bianca, “hanno fatto un ottimo lavoro, tutti hanno collaborato. Tutto si è sistemato”.
Del resto, si sapeva quasi tutto di lui: come si era mosso, che arma avesse usato, quale fosse il movente (antifascista e pro-gender, a dar retta alle indiscrezioni non confermate) e si conosceva persino la sua faccia, grazie alle foto e ai video diffusi dalle autorità. Mancava solo un elemento: il nome. E adesso, forse, è arrivato anche quello.
All’Fbi erano arrivate, nelle scorse ore, più di 7.000 segnalazioni, anche perchè lo screenshot diffuso sui social non aveva aiutato. L’immagine ritraeva, infatti, un giovane, magro, con una maglietta scura a maniche lunghe e con una bandiera americana sul petto, jeans, occhiali da sole, un cappellino da baseball blu e scarpe da ginnastica: poteva essere chiunque. Che si sia arrivati a lui grazie all’aiuto di un familiare è una delle soluzioni più probabili di fronte a indagini complesse e senza grandi risultati.
Alfiere della gioventù trumpiana, ora considerato un “martire” dalla destra americana, Charlie Kirk è stato ucciso mercoledì mentre partecipava a un dibattito pubblico in un’università dello Utah. Trump, che nell’immediatezza aveva accusato la “sinistra radicale”, ora chiede moderazione e nonviolenza. Kirk “ha sostenuto la nonviolenza. È così che vorrei che la gente reagisse”, ha detto dopo aver annunciato che avrebbe gli conferito la Medaglia Presidenziale della Libertà, la più alta onorificenza civile americana.
L’omicidio è stato condannato all'unanimità da tutto lo spettro politico americano. In tutti gli Stati Uniti, si sono tenute veglie funebri per rendere omaggio all’attivista. Nel campus di Orem, diverse centinaia di persone con cappelli rossi MAGA e bandiere americane in mano si sono radunate e hanno pregato in memoria del defunto.
Il vicepresidente JD Vance, che aveva salutato Charlie Kirk come un “vero amico”, ha annullato il suo viaggio per le commemorazioni dell’11 settembre a New York per incontrare la sua famiglia nello Utah.
A dimostrazione della vicinanza con Kirk, Vance ha aiutato a trasportare la bara per qualche metro fino suo aereo governativo. L’aereo è poi volato a Phoenix, in Arizona, sede di Turning Point USA, il movimento giovanile co-fondato da Charlie Kirk nel 2012.