KIEV - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino. 

“Sono grata a tutti coloro che hanno lavorato per l’accordo e lo hanno reso più significativo. Ora il documento è tale da garantire il successo per entrambi i nostri Paesi – Ucraina e Stati Uniti”. Anche la vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko ha commentato le intese che lei stessa ha siglato a Washington: “Il 30 aprile, Ucraina e Stati Uniti hanno firmato un accordo sui minerali, atteso da tempo, che istituisce un fondo di investimento congiunto in Ucraina”. La vicepremier ha firmato il documento insieme al segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent. Poco prima della firma dell’accordo a Washington il premier ucraino Denys Shmyhal aveva annunciato il via libera del suo governo, precisando che il Fondo di investimento per la ricostruzione sarà gestito congiuntamente da Kiev e Washington in un partenariato paritario, con entrambe le parti che contribuiranno al fondo. 

Secondo Shmyhal, i futuri aiuti militari degli Stati Uniti possono essere considerati contributi al fondo, ma l’assistenza precedente non è inclusa. “L’accordo - ha precisato Shmyhal - non prevede alcun obbligo di debito”. “[E l’Ucraina manterrà] il pieno controllo sul sottosuolo, sulle infrastrutture e sulle risorse naturali”, ha affermato. 

L’istituzione del Fondo non interferirà, inoltre, con il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione Europea. Svyrydenko ha confermato queste clausole in un post sui social media, aggiungendo che le aziende statali ucraine come Energoatom e Ukrnafta manterranno la proprietà statale e che l’accordo è conforme alla Costituzione ucraina. 

Il Fondo sarà alimentato esclusivamente dai proventi derivanti dalle licenze di nuova emissione: “Stiamo parlando del 50% dei fondi provenienti dalle nuove licenze per progetti nel campo dei minerali critici, del petrolio e del gas che andranno a bilancio dopo la creazione del Fondo”, ha confermato Svyrydenko. “I proventi derivanti da progetti già avviati o i proventi a bilancio non sono inclusi nel Fondo. L’accordo prevede un’ulteriore cooperazione strategica”. Le entrate e i contributi del Fondo non saranno tassati né in Ucraina né negli Stati Uniti, ha aggiunto.

Come parte dell’accordo, gli Stati Uniti contribuiranno ad attrarre ulteriori investimenti e tecnologie in Ucraina. Secondo il Washington Post (Wp), l’accordo non fornisce garanzie concrete di sicurezza all’Ucraina; sancisce, invece, un “allineamento strategico a lungo termine” tra le due nazioni e promette agli Stati Uniti “il sostegno alla sicurezza, alla prosperità, alla ricostruzione e all’integrazione dell’Ucraina nel contesto economico globale”. 

L’accordo non include, inoltre, alcun riferimento alla centrale nucleare di Zaporizhzhia (ZNPP) occupata dai russi, riporta il Wp. Funzionari statunitensi avevano precedentemente suggerito di assumere il controllo dell’impianto nell’ambito di un futuro accordo di pace. L’accordo quadro Usa-Ucraina dovrà ora essere sottoposto al vaglio del Parlamento di Kiev.

Il Cremlino frena l’impazienza di Donald Trump per raggiungere un accordo sull’Ucraina, affermando che “le cause del conflitto sono troppo complesse per essere risolte in un giorno”. Trump ha detto di “pensare” che il presidente russo voglia la pace in Ucraina. “Il suo sogno era prendere tutto il Paese ma non lo farà; mi rispetta”, ha assicurato. Ma i tempi giudicati necessari da Mosca non sembrano essere veloci come quelli auspicati a Washington. La Russia capisce che gli Usa vogliono “un successo rapido” nei negoziati, ha commentato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, secondo il quale però questa fretta si scontra con la complessità delle questioni in gioco, in particolare relativamente alle “cause di fondo” del conflitto. “Ci sono molte sfumature che devono essere tenute in considerazione”, ha aggiunto Peskov. 

Sempre secondo il portavoce, la Russia ha il “dovere di vincere” per “raggiungere gli obiettivi stabiliti all’inizio dell’operazione militare speciale”, perché deve salvaguardare i suoi “interessi nazionali”. Tuttavia sarebbe “preferibile” raggiungere questi obiettivi per vie pacifiche e quindi Putin “rimane aperto a metodi politici e diplomatici per risolvere il conflitto”, ma finora non c’è stata “nessuna reazione da Kiev”. 

Intanto, il fronte da tempo è a favore dei russi e continuano i bombardamenti su tutte le città. Nella notte tra sabato e domenica, i raid su Kharkiv hanno provocato una cinquantina di feriti, con la procura regionale che ha denunciato l’uso di droni e anche di micidiali bombe termobariche contro il capoluogo. Diverse esplosioni sono state udite anche Kiev a causa di un attacco aereo russo con droni che avrebbe provocato una vittima e alcuni feriti. Da parte sua, l’Ucraina ha rivendicato un nuovo successo sul fronte del Mar Nero, dove ha annunciato di aver abbattuto “per la prima volta nel mondo” un caccia russo Su-30 utilizzando un drone marino, il Magura V5.