WASHINGTON - Si tratta del primo taglio da dicembre 2024 e arriva in un momento in cui l’economia statunitense mostra segni di rallentamento: il mercato del lavoro perde slancio e la crescita economica si indebolisce.

Secondo il riepilogo delle proiezioni economiche della Banca centrale, sono previsti altri due tagli nel 2025 e almeno uno nel 2026, meno di quanto speravano gli investitori, che puntavano a cinque riduzioni complessive tra quest’anno e il prossimo. Il tasso di disoccupazione, oggi al 4,3%, è atteso in lieve crescita al 4,5% entro fine anno per poi scendere gradualmente nei prossimi anni.

Sul fronte inflazione, la misura preferita dalla Fed, la spesa per i consumi personali (PCE), dovrebbe assestarsi al 3% nel 2025 e calare al 2,6% nel 2026, avvicinandosi al target del 2% solo nel 2027.

I dati indicano che la priorità della Fed è ora sostenere l’occupazione, anche a costo di allentare la pressione contro l’inflazione.

Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha sottolineato che il mercato del lavoro è “meno dinamico e più debole” e che le persone ai margini, come i neolaureati, fanno più fatica a trovare un impiego. “Il tasso di assunzioni è molto basso. Finché i licenziamenti restano contenuti, va bene. Ma se aumentano, non ci sarà molta offerta di lavoro per chi perde l’impiego”, ha avvertito il capo della Federal Reserve.

Il taglio viene deciso anche in un clima di forte pressione politica. Il presidente Donald Trump accusa da mesi la Fed di muoversi troppo lentamente e chiede misure più incisive per sostenere l’economia. Nelle stesse ore, il Senato ha confermato Stephen Miran come nuovo membro del Consiglio dei governatori, con diritto di voto nel Federal Open Markets Committee (FOMC). Miran è stato l’unico a chiedere un taglio più deciso, dello 0,50%, segnalando la presenza di un’ala più aggressiva nel comitato.

Resta ora da capire se la mossa di settembre sarà l’inizio di un ciclo di allentamento più ampio. Il FOMC si riunirà altre due volte nel 2025, a ottobre e dicembre, ma nove dei 19 membri non prevedono altri tagli quest’anno. “Il consenso nasconde una frattura interna”, ha spiegato Michael Pearce di Oxford Economics, sottolineando che le divergenze sulla traiettoria futura della politica monetaria sono profonde.

Powell ha minimizzato l’impatto immediato del taglio da 25 punti base, ma ha insistito sull’importanza del percorso: “Si comincia con un piccolo passo, ma conta la direzione.” Per famiglie e imprese, il messaggio è chiaro: il costo del denaro scende, ma la Fed agirà con cautela, calibrando le prossime mosse in base ai dati su lavoro e inflazione.