Francesco Gramazio, software engineer per la startup Countour3D, racconta che questo desiderio è stato alimentato dai racconti di sua zia Maria, che si trasferì nel continente oceanico negli anni ‘50 con il marito Giovanni, stabilendosi a Sydney.

Gramazio l’ha incontrata per la prima volta a 14 anni quando la zia era in visita in Italia e grazie a lei, ha iniziato a conoscere pian piano i parenti australiani. “Il desiderio di venire a Sydney, anche solo per un breve periodo era irresistibile”, confessa Francesco.

Persino un cugino di sua madre gli ha descritto l’Australia come una terra ricca di opportunità, consolidando ulteriormente il suo desiderio di andare a vivere lì.

L’idea di praticare il surf, vivere vicino all’oceano e ammirare la fauna locale lo affascinava profondamente.

Cresciuto a Foggia, Gramazio è sempre stato appassionato di computer: “Ho iniziato per gioco, installando programmi e creando playlist per mio padre”, racconta divertito.

Dopo aver completato l’istituto tecnico, ha deciso di studiare ingegneria informatica a Bologna, dove ha avuto modo di approfondire la sua passione per la tecnologia.

Poi è arrivato il gennaio del 2023 e Francesco, dopo aver girovagato un po’ per l’Europa e aver assaporato la “vita da espatriato”, ha fatto le valigie ed è approdato in Australia, iniziando la sua carriera a Newcastle come software engineer. “Nonostante il lavoro fosse entusiasmante e l’ambiente aziendale positivo, ho trovato inizialmente difficoltà a inserirmi e a fare amicizia, poiché molti australiani tendono a rimanere nei loro gruppi già consolidati”. E così, spinto dalla voglia di cercare una nuova opportunità lavorativa, ha inviato, con successo, il suo curriculum presso l’azienda Contour3D, una startup innovativa nel settore della stampa 3D per il calcestruzzo.

Contour3D è specializzata nello sviluppo di stampanti 3D di grande scala, progettate specificamente per la stampa del calcestruzzo. Io lavoro con loro come software engineer, amo il mio lavoro e sono stato anche molto fortunato poichè mi hanno offerto uno sponsor per rimanere” racconta.

Francesco svolge un ruolo cruciale nello sviluppo e nella manutenzione del software che controlla questi macchinari.

Tra i progetti di cui va più fiero, vi è un prototipo in grado di regolare automaticamente la larghezza degli strati di calcestruzzo estruso. “Questo sistema utilizza una telecamera 3D per analizzare in tempo reale le immagini degli strati stampati e, in base ai parametri impostati, ne regola la larghezza per garantire una precisione ottimale. Attualmente è in fase di brevetto” spiega con entusiasmo.

Gramazio ha anche sviluppato un’interfaccia utente intuitiva che permette di controllare e monitorare la stampante tramite un tablet.

Questo sistema consente di avere una panoramica completa dello stato della stampante, facilitando il lavoro degli operatori.

Tra i progetti in fase di completamento, Genesis è il primo duplex stampato in 3D in Australia, realizzato a Sydney e che ha suscitato notevole interesse, attirando anche l’attenzione del noto programma televisivo 60 Minutes. La conclusione del progetto è prevista a breve, con l’obiettivo di presentare una soluzione abitativa innovativa e sostenibile.

Questo edificio innovativo unisce la stampa 3D in calcestruzzo per il piano terra e pannelli modulari isolati per il primo piano, garantendo costruzione veloce, meno sprechi e maggiore efficienza energetica.
La stampante ha prodotto le pareti interne ed esterne, coprendo una superficie di 1.310 m² con 140 tonnellate di calcestruzzo sostenibile e resistente.

Le pareti presentano curve e altezze fino a 4 metri, dimostrando la flessibilità della tecnologia 3D per forme architettoniche uniche.
Il primo piano utilizza i pannelli isolati che sono leggeri, resistenti e facili da installare.

Questi pannelli permettono una costruzione rapida e con pochissimi scarti: in soli due giorni, sono stati montati 48 pannelli per le pareti e 90 m² di pannelli per il tetto.
Attualmente in fase di completamento, Genesis rappresenta un importante passo avanti per l’edilizia australiana, portando l’innovazione della stampa 3D nel settore delle costruzioni.

Le stampanti 3D dell’azienda, dunque, rappresentano una rivoluzione per il comparto edile australiano.

Questa tecnologia non solo riduce significativamente i costi di manodopera, passando da venti operai a due figure specializzate, un “concrete scientist” e un operatore della stampante, ma permette anche agli architetti di esprimere la loro creatività attraverso design innovativi. “Le stampanti possono realizzare forme complesse che sarebbero impossibili da costruire con tecniche tradizionali - spiega Francesco - un esempio pratico della loro efficienza è la costruzione delle mura di un piano terra del progetto Genesis, che richiede solo circa 9-11 giorni”. “Insomma, tagli considerevoli sia alle spese che ai tempi di produzione e i materiali utilizzati vengono scelti rispettando gli standard di sicurezza australiani, garantendo la solidità delle strutture”.

Secondo i dati più recenti dell’Australian Bureau of Statistics, il settore delle costruzioni contribuisce significativamente all’economia australiana, con un valore di 40.178 milioni di dollari al PIL e circa 1,2 milioni di persone impiegate nel 2023.

La tecnologia della stampa 3D sta vivendo una crescita esponenziale in numerosi settori.

Nel 2023, il 46% delle imprese australiane ha introdotto innovazioni tecnologiche, e un terzo di queste ha registrato benefici ambientali.

Oltre all’edilizia, le applicazioni della stampa 3D spaziano dalla produzione industriale alla medicina, dove viene utilizzata per creare protesi personalizzate e persino organi artificiali.

Nel settore edile, in particolare, la stampa 3D offre una soluzione sostenibile che consente di automatizzare compiti tradizionalmente gravosi, migliorando la sicurezza sul lavoro e riducendo l’impatto ambientale.

La capacità di ridurre gli sprechi di materiali rappresenta un vantaggio chiave, rendendo il processo più efficiente e rispettoso dell’ambiente.

Gli investimenti in ricerca e sviluppo, che nel 2019-20 hanno raggiunto i 18,8 miliardi di dollari australiani, stanno accelerando l’adozione di queste tecnologie.

Gramazio vede un futuro promettente per la stampa 3D nell’industria edile: “È il primo passo per automatizzare compiti gravosi, migliorando la salute dei lavoratori e riducendo i costi. Credo che sia il futuro e che vedremo solo miglioramenti da qui in avanti” afferma.

La sua visione include la possibilità di espandere ulteriormente l’uso della stampa 3D per risolvere problemi complessi nel settore delle costruzioni.

“Stiamo cercando di mostrare al pubblico come la tecnologia possa migliorare la qualità della vita e aprire nuove opportunità”.