MADRID - Dopo la marea di fango che ha sommerso la regione di Valencia, dopo la pioggia incessante e l’affannosa ricerca di superstiti prima e dei resti dei dispersi poi, sulla Spagna devastata dal maltempo si allunga lo spettro delle epidemie. Il ministero della Salute spagnolo e il dipartimento di Salute della Comunità Valenciana hanno rafforzato la sorveglianza epidemiologica e la prevenzione dei focolai infettivi per ridurre al minimo i rischi dovuti all’acqua stagnante nelle zone colpite dalle inondazioni.
Il ministro della Salute, Monica Garcia, ha assicurato che, “nonostante alcune bufale che circolano sui social network”, al momento il Ministero non ha rilevato alcun focolaio dovuto all’alluvione di Dana, ma il pericolo c’è e stiamo lavorando per prevenirlo”.
Secondo Garcia, la priorità è ridurre al minimo i rischi, perché le acque stagnanti “possono essere pericolose”, per questo si stanno rafforzando i sistemi di allarme e risposta e si stanno aggiornando protocolli e istruzioni per “intensificare il lavoro di rilevamento, campionamento e identificazione” dei rischi epidemici.
Il ministero ha inviato a Valencia la responsabile del Centro di Coordinamento degli Allarmi e delle Emergenze Sanitarie insieme a un team di professionisti che si coordinano sul campo per prevenire le epidemie. Diverse squadre stanno sviluppando i protocolli necessari per l’individuazione e la diagnosi precoce e il Centro di Coordinamento degli Allarmi e delle Emergenze Sanitarie e l’Istituto Sanitario Carlos III sono stati mobilitati in previsione dei problemi di salute pubblica che potrebbero verificarsi.
Finora la Spagna non ha fatto alcuna richiesta di supporto internazionale. È quanto si apprende da fonti della Protezione civile italiana disponibile a inviare, se necessario, uomini, mezzi e aiuti da Roma nelle zone devastate di Valencia.
L’avvio della ricostruzione delle regioni spagnole devastate dal maltempo costerà più di 30 miliardi di euro. Per l’esattezza 31.402 milioni che servono per coprire le perdite dell’alluvione (15 miliardi di cui l’esecutivo regionale ne darà 6), per l’acquisto di veicoli (1,4 miliardi) e per mettere canali e fiumi in sicurezza (2,2 miliardi). Le richieste fanno parte di un ambizioso piano di 136 misure con cui il governo valenciano di Carlos Manzón spera di iniziare la ricostruzione della zona.
Il Consiglio dei ministri, dal canto suo, prevede di dare il via libera questa mattina a un primo pacchetto di aiuti economici per i territori colpiti dalla Dana, come confermato da fonti governative. Verrà approvato un decreto che dichiarerà lo stato di emergenza in territori come la Comunità Valenciana e Castiglia-La Mancia con l’obiettivo di accelerare le prime misure di bilancio per le persone colpite. Dato l’aumento di spesa che queste decisioni comporteranno, l’Esecutivo prevede di avviare i negoziati con l’Ue per ottenere un maggiore margine fiscale.
La dichiarazione dello stato di emergenza apre la strada alla richiesta e all’arrivo urgente degli aiuti per le popolazioni colpite dalla catastrofe. Diversi ministeri hanno lavorato fino all’ultimo al primo decreto, riferisce La Vanguardia, ma è il Tesoro il più coinvolto nelle spese straordinarie che dovranno essere effettuate e che dureranno mesi o addirittura anni.
A tre anni dall’eruzione del vulcano La Palma, il Governo continua ad aiutare finanziariamente le popolazioni colpite dal disastro e ha speso finora un miliardo.