Specializzata nello studio e nella salvaguardia dei mammiferi marini, in particolare delle balene e delle megattere, Vanessa Pirotta è una biologa marina italo-australiana che ha fatto della sua passione la sua carriera.

Il suo lavoro di ricerca unisce scienza, tecnologia e divulgazione per proteggere l’oceano e la vita che lo abita. Pirotta ha trasformato la propria eredità mediterranea – essendo metà italiana e metà maltese – nella fonte ispiratrice del suo lavoro scientifico.

La sua storia personale e i suoi più importanti risultati nel campo della biologia marina sono al centro della sua missione: proteggere la vita marina unendo saperi diversi, attraverso l’educazione, l’innovazione e la comunicazione.

È fondatrice e responsabile scientifica del programma Wild Sydney Harbour, un progetto di citizen science che studia la vita marina nella baia di Sydney, in collaborazione con i Gamay Rangers, guardiani nativi della zona. Insieme, combinano il sapere scientifico con le conoscenze indigene per monitorare i mammiferi marini nel “giardino blu” di casa. Ha inoltre condotto ricerche sulle balene nel Regno di Tonga, collaborando con il governo locale per studiare e regolamentare le interazioni tra turismo e megattere.

Pirotta è anche autrice di libri per bambini sulle balene, comunicatrice scientifica riconosciuta a livello nazionale e vincitrice del prestigioso ‘New South Wales Woman of the Year Award 2025’, un riconoscimento statale assegnato ogni anno alle donne che si sono distinte nei rispettivi campi d’attività.

“I miei nonni materni erano di Avellino e ho avuto la fortuna di far visita a mio zio Angelo che abita ancora lì. Un posto meraviglioso, tra montagne e panorami mozzafiato. La bellezza autentica dell’Italia”, racconta con un sorriso.

La madre è nata in Australia nel 1947, figlia di migranti italiani. Il padre è maltese: “A casa si parlava italiano, ma i miei non me l’hanno insegnato per paura che subissi le prese in giro che avevano vissuto loro. È una parte triste della storia australiana”.

Oggi, tuttavia, quel legame si rinnova attraverso la scienza: “Sono intervenuta di recente a Canberra, a un evento promosso dalle ambasciate italiana e maltese, proprio sul patrimonio europeo nella ricerca scientifica”. Pirotta ha scoperto l’amore per le balene da bambina, guardando il film Free Willy e i documentari di David Attenborough. Dopo varie esperienze sul campo, tra zoo e addestramento di delfini, ha deciso di dedicarsi alla ricerca marina con un approccio innovativo: l’utilizzo di droni per osservare le balene e raccogliere campioni di muco (il cosiddetto whale snot) in modo non invasivo. “Un tempo, per studiarle, le balene venivano uccise. Oggi, grazie alla tecnologia, possiamo conoscerle e proteggerle senza far loro del male. È un enorme passo avanti per la salvaguardia marina”.

E aggiunge: “Le balene ci insegnano il rispetto, sono mammiferi come noi, hanno due narici, partoriscono, allattano, vivono anche ottant’anni. Ma sono estremamente vulnerabili all’impatto umano: cambiamenti climatici, inquinamento acustico e fisico, collisioni con navi, perdita del krill (grandi concentrazioni di piccoli crostacei eufausiacei e misidacei, ndr), a causa della pesca intensiva. Ma quando vedo una balena provo stupore. La loro presenza ci ricorda che non siamo soli su questo pianeta e che dobbiamo convivere con rispetto. Abbiamo ancora tantissimo da imparare su queste creature meravigliose”.

La biologa marina Vanessa Pirotta durante un’immersione

Durante il dottorato, Pirotta ha iniziato a raccontare le sue ricerche online e si è resa conto del potere della comunicazione nella divulgazione scientifica: “Erano sempre tutti curiosi di sapere cosa facessi con i droni e le balene. Oggi la divulgazione è parte integrante del mio lavoro”.

Un impegno riconosciuto anche dalla recente candidatura agli Australian Museum Eureka Prizes nella categoria ‘Promozione della comprensione scientifica’.

La comunicazione si estende anche ai più piccoli: dopo una prima apparizione, Pirotta tornerà su Play School, l’amatissimo programma per bambini della televisione australiana, in occasione della National Science Week: “Da madre, sento ancora più forte il bisogno di lasciare un’eredità positiva. Voglio che i bambini vedano donne come me fare scienza. Io, purtroppo, non ho avuto modelli simili da piccola”.

Pirotta è anche molto attenta alle dinamiche del turismo naturalistico. È coinvolta nel Tongan Wild Tourism Project, che punta a rendere sostenibili le esperienze di nuoto con le balene: “Le persone vogliono vivere esperienze ravvicinate con gli animali. Il nostro compito è far sì che accada con rispetto. Servono linee guida, programmi educativi e regolamenti condivisi tra scienziati, tour operator e governi”. Oltre alla biologia, Vanessa Pirotta ama la fotografia: “Due settimane fa ho scattato la mia foto preferita: una megattera con l’Opera House sullo sfondo. Per me è un modo bellissimo di raccontare la scienza in immagini”.

Quando da ragazza ha detto a sua madre di voler diventare biologa marina, la risposta è stata: “Non credo ci sia molto da guadagnare”. Oggi sorride ripensandoci: “Aveva ragione, ma io non l’ho mai fatto per i soldi. Seguire la mia passione è stata la scelta più giusta che potessi fare”.