LONDRA - Il colosso automobilistico statunitense attribuisce questa decisione alla debole domanda di veicoli elettrici (EV), al limitato sostegno governativo per la transizione verso l’elettrico e alla concorrenza dei produttori cinesi sostenuti da sussidi statali.
La maggior parte dei licenziamenti interesserà la Germania, con 2900 posti, e il Regno Unito, con 800. A livello globale, il taglio rappresenta circa il 2,3% della forza lavoro totale di Ford, composta da 174mila dipendenti.
La decisione avrà serie ripercussioni in Germania, la più grande economia europea, dove anche Volkswagen sta valutando drastici tagli per competere meglio con i rivali cinesi. Inoltre, l’incertezza politica in Germania e le crescenti tensioni commerciali con la Cina complicano ulteriormente la situazione per l’industria automobilistica.
Ford ha dichiarato che i tagli in Europa saranno completati entro la fine del 2027, subordinati a negoziati con i sindacati. La produzione dei modelli Explorer e Capri EV nello stabilimento di Colonia sarà ridotta.
Peter Godsell, vicepresidente di Ford Europe, ha spiegato che la domanda di EV è inferiore alle previsioni e che i costi operativi rimangono elevati. “Servono azioni decisive per ristrutturare il nostro business”, ha affermato, senza escludere ulteriori misure in caso di peggioramento delle condizioni di mercato.
Nel 2023, le vendite di Ford in Europa sono diminuite del 17,9%, rispetto a un calo del settore del 6,1%. La fine dei sussidi per i veicoli elettrici in Germania e una riduzione del 28,6% delle vendite di EV nel paese aggravano il quadro. Ford ha sollecitato il governo tedesco a investire in infrastrutture di ricarica e a reintrodurre incentivi per accelerare la transizione all’elettrico.