CARACAS - La missione diplomatica italiana in Venezuela si è conclusa senza risultati.

Luigi Vignali, inviato speciale della Farnesina nominato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, è rientrato in Italia dopo un viaggio a Caracas senza essere riuscito a incontrare alcun esponente del regime di Nicolás Maduro.

L’obiettivo della visita era cercare una soluzione per il rilascio di Alberto Trentini, cooperante italiano detenuto da 263 giorni, ma l’assenza di interlocutori da parte venezuelana ha bloccato ogni sviluppo.

Dal ministero degli Esteri assicurano che una nuova missione sarà riprogrammata nei prossimi giorni, mentre cresce la frustrazione e l’ansia della famiglia di Trentini.

“Prendiamo atto che la missione dell’inviato è rinviata, ma confidiamo che il dialogo possa proseguire – si legge in una nota firmata dai genitori e dall’avvocata Alessandra Ballerini –. Dopo quasi nove mesi di detenzione, Alberto deve tornare a casa. Abbiamo fiducia nella diplomazia italiana e nella figura dell’ambasciatore Vignali, che speriamo possa tornare presto in Venezuela”.

“Abbiamo mandato un inviato gradito anche alla famiglia – ha ribadito Tajani il 5 agosto – ma è il governo venezuelano a decidere se concedere un colloquio oppure no. Stiamo cercando di fare tutto il possibile, ma non è così semplice”.

La vicenda di Alberto Trentini, accusato genericamente di “cospirazione e terrorismo”, senza che sia mai stato formalizzato un capo d’imputazione, non è isolato: secondo il Governo italiano nelle carceri venezuelane si trovano infatti altri 15 cittadini italiani.