WASHINGTON - Il presidente Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo per togliere il segreto ai documenti legati all’attacco terroristico dell’11 settembre.

La decisione arriva a pochi giorni dal ventesimo anniversario degli attentati alle Torri Gemelle. “L’ordine esecutivo - recita il documento firmato da Biden - chiede al Procuratore generale di rendere pubblici nei prossimi sei mesi i documenti declassificati”.

Nei giorni scorsi molti familiari delle vittime avevano chiesto a Biden, in tono polemico, di non presentarsi alla cerimonia, prevista a New York per l’11 settembre, se non avesse ordinato la desecretazione dei documenti.  

Quello di quest’anno è già un anniversario che si celebra tra le polemiche per il caotico ritiro dell’Afghanistan, dove gli Stati Uniti hanno combattuto contro al-Qaida la loro guerra più lunga, ma almeno viene accolto l’ultimatum degli oltre 2.000 familiari delle vittime che, il 6 agosto, avevano ammonito il Presidente a non presentarsi a nessuna cerimonia commemorativa a meno che non avesse rimosso il segreto dal materiale sulla possibile complicità dell’Arabia Saudita con i 19 dirottatori aerei, 15 dei quali erano sauditi. Complicità che intendono comunque provare in una causa ancora pendente a New York contro Riad.    

“Mentre ci avviciniamo al 20esimo anniversario di quel tragico giorno - ha spiegato Biden dopo aver firmato l’ordine relativo ai file - sto onorando l’impegno preso in campagna elettorale di garantire trasparenza sulla declassificazione dei documenti degli attacchi terroristici dell’11 settembre. Non dobbiamo mai dimenticare il duraturo dolore delle famiglie e delle persone care dei quasi tremila innocenti che furono uccisi nel peggior attacco terroristico all’America nella sua storia. Per loro non è solo una tragedia nazionale e internazionale, ma una devastazione personale”.

L’11 settembre 2001, 19 uomini appartenenti all’organizzazione terroristica islamica al-Qaida, guidata da Osama Bin Laden, dirottarono quattro aerei di linea carichi di carburante in rotta verso varie destinazioni sulla costa occidentale statunitense. In tutto, 2.977 persone furono uccise negli attacchi terroristici, a New York, Washington e nei pressi  di Shanksville, in Pennsylvania, dove cadde uno degli aerei dirottati in rotta verso Washington dopo un’eroica “rivolta” dei passeggeri contro i terroristi.

Al World Trade Center (WTC) a Manhattan, 2.753 persone morirono quando i voli dirottati American Airlines 11 e United Airlines 175, nel giro di pochi minuti l’uno dall’altro, si schiantarono contro le Torri nord e sud provocandone il crollo. Di coloro che morirono durante gli impatti iniziali degli aerei contro le Torri e i successivi crolli, 343 erano vigili del fuoco di New York, 23 erano agenti di polizia cittadina e 37 erano agenti dell’Autorità portuale. Le vittime avevano un’età compresa tra i due e gli 85 anni. Circa il 75-80% delle vittime erano uomini.

Al Pentagono a Washington, 184 persone rimasero uccise quando il volo 77 dell’American Airlines andò a schiantarsi contro una porzione dell’anello esterno dell’enorme edificio. Vicino a Shanksville, infine, furono 40 i passeggeri e membri dell’equipaggio morti a bordo del volo United Airlines 93.

Secondo dati dell’ufficio del medico legale di New York risalenti al luglio 2019, sono stati identificati i resti di solo 1.644 delle 2.753 vittime del WTC.   

In quella fatale mattina di martedì 11 settembre 2001 a New York c’era un bel cielo sereno di fine estate.   Migliaia di dipendenti erano già nei loro uffici all’interno delle Twin Towers, quando alle 08:46 il volo 11 dell’American Airlines, decollato da Boston per Los Angeles, dirottato da cinque terroristi, si schiantò tra il 93mo e 96mo piano dell’edificio nord provocando la morte immediata degli 87 passeggeri e dell’equipaggio oltre a centinaia di persone al lavoro nel WTC. Molti altri rimasero intrappolati al di sopra del 91° piano, senza accesso alle scale di emergenza e senza alcuna speranza di soccorso.   

Alle 8:50, il presidente George W. Bush, in visita a una scuola elementare a Sarasota, in Florida, venne avvisato di quello che inizialmente sembrava essere un incidente.

Alle 9:03 toccò al volo United Airlines 175 con 60 passeggeri e membri dell’equipaggio, più cinque terroristi, che era decollato da Boston per Los Angeles. Il velivolo si schiantò contro l’altra Torre, quella sud, tra il 77mo e l’85mo piano, provocando una gigantesca esplosione che obliterò chiunque si trovasse nelle vicinanze del punto d’impatto. Molte persone che stavano evacuando l’edificio rimasero intrappolate negli ascensori e sopra l’85° piano. Si stima che da entrambe le Torri siano saltate o cadute tra le 50 e le 200 persone.

Alle 9:59, con un rumore assordante e nel giro di non più di 10 secondi, la stessa Torre sud crollò su se stessa, travolgendo centinaia di vittime e di soccorritori.

Un’ora prima, alle 9:30, dopo essere stato informato dell’attacco alla seconda torre, Bush descrisse gli attacchi come una “tragedia nazionale” e “un atto di guerra”. “Il terrorismo contro la nostra nazione non prevarrà”, concluse.

L’ultimo atto della tragedia di New York avvenne alle 10:28, con il crollo della Torre nord del WTC, avvolta dalle fiamme per 102 minuti.