Come facciamo a sapere se qualcuno ci dice la verità o una bugia? Fossimo nella storia di Collodi, ci basterebbe guardare il naso di Pinocchio. Se mente si allunga e più la bugia è grande, più il naso divento lungo.
Ma nella realtà, dove i nasi come le gambe restano sempre delle stesse dimensione, come si può scovare il Pinocchio della situazione?
È una domanda che ci siamo sempre fatti e a cui ognuno, a modo suo, cerca sempre di dare una risposta.
C’è chi guarda gli occhi, chi pone attenzione ai dettagli di una risposta, chi considera i tempo di reazione e spiegazione la cosa principale per decidere se la persone che gli sta di fronte sta mentendo o dicendo la verità. Qualcuno, poi, si affida a quello che chiamiamo il sesto senso, l’intuizione.
Detto ciò, qual è la risposta o la tattica più efficace per capire se la persona con cui stiamo parlando sta dicendo la verità?
Se lo sono chiesto anche gli studiosi della James Cook University di Townsville che hanno tentato di affrontare questa domanda da un punto di vista scientifico.
Secondo questa nuova ricerca australiana è questione di timing: una risposta dopo una pausa più lunga, o interrotta da pause, tende a essere giudicata come insincera. Tuttavia gli studiosi avvertono che affidarsi a un cronometro interno può dare impressioni sbagliate.
I ricercatori della James Cook University di Townsville hanno eseguito esperimenti con oltre 7500 partecipanti dagli Usa, da Gran Bretagna e Francia oltre che da Australia, chiedendo di giudicare la sincerità di persone in diversi scenari che comportavano risposte a domande.
“Le persone tendono a credere che la pausa sia usata per sopprimere una risposta iniziale istintiva e veritiera, mentre si inventa una risposta più desiderabile”, scrive il coautore della ricerca, il docente di psicologia Adam Wang, sul sito dell’università. Una pausa non è però necessariamente un segno di insincerità: “vi sono diverse eccezioni a questo comportamento, ma per natura non ne teniamo conto nel dare giudizi di insincerità”, aggiunge.
Questo è un problema, avverte lo studioso, perché spesso siamo chiamati a esprimere giudizi se una persona sta mentendo in contesti formali, come servire in una giuria, quando le persone possono seguire l’istinto nel giudicare se una persona è colpevole o no di un reato, ma possono sbagliare. “Essere capaci di individuare la sincerità negli altri è importante per la collaborazione umana e per la fiducia negli altri, è può avere implicazioni significative in alcune situazioni con poste in gioco elevate”, avverte.
Insomma una pista scientifica ora c’è, una risposta vera e propria alla domanda, come capire se il nostro interlocutore sta mentendo o dicendo la verità, quello no. Quella ancora manca.