ROMA - Il Piano d'azione è pronto, manca solo la firma dei capi di governo sulle linee guida con cui Italia e Germania gestiranno la cooperazione politica rafforzata. 

La metteranno nel vertice intergovernativo di Berlino dei prossimi giorni, che potrebbe essere anche uno snodo nel negoziato sul nuovo Patto di stabilità. La premier, che dalla Germania parteciperà anche al summit virtuale del G20, sarà accompagnata da mezzo governo, a partire dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che in Germania avrà un confronto con il suo omologo tedesco Christian Lindner dopo aver incontrato nelle prossime ore a Parigi il collega francese Bruno Le Maire. 

Su questa triangolazione si snoda buona parte delle chance di arrivare a un'intesa sulle nuove regole di stabilità e crescita entro la fine dell'anno. Nella ricerca di un'intesa digeribile tanto per i Paesi cosiddetti frugali, tanto per quelli che chiedono più flessibilità, la chiave sta nell'entità di riduzione media annua del debito per chi ne ha di più. Serve tempo per avvicinare le parti.  

Come previsto, è stato fissato un consiglio Ecofin straordinario, ma non a fine novembre: l'esame della proposta legislativa spagnola sulla riforma si terrà in una cena la sera del 7 dicembre, alla vigilia del consiglio Ue dell'Economia. Del nuovo Patto di stabilità “parleremo certamente anche con i nostri amici tedeschi”, spiega il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ribadendo la necessità che “i contenuti dell'accordo non creino danni alla nostra economia”. Solo un'intesa che vada in questa direzione potrebbe, nelle intenzioni di Roma, portare a valutazioni diverse sul Mes, la cui ratifica è in calendario mercoledì in Aula alla Camera ma con alte probabilità di slittare nuovamente. 

Intanto a Palazzo Chigi si plaude alla proroga di 6 mesi decisa dalla Commissione Ue per alcune sezioni del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato contro il caro energia, messo in campo dopo la guerra in Ucraina. “Accoglie la richiesta, portata avanti prima di tutto dall'Italia, di consentire una fase di uscita graduale e sostenibile dalle misure di sostegno adottate dal Governo negli scorsi mesi”, commenta la premier. 

In un'ottica a largo raggio di cooperazione, il focus del vertice fra Meloni, il cancelliere Olaf Scholz e i rispettivi ministri di Esteri, Economia, Interno, Difesa, Lavoro e Ricerca, sarà il nuovo accordo, le cui basi erano state messe dal governo Draghi. Un patto paragonabile al Trattato del Quirinale che già lega Roma e Parigi, o a quello di Aquisgrana fra Francia e Germania. Si completa così la triangolazione fra i tre grandi Paesi fondatori della Ue, a sette anni dall'ultimo vertice intergovernativo Italia-Germania. E questo strumento diplomatico potrebbe rivelarsi utile soprattutto ora che a Roma c'è un governo conservatore e a Berlino uno socialdemocratico, che stanno superando il freddo iniziale, al punto che Scholz guarda con interesse al protocollo Italia-Albania sui migranti.