FIRENZE - L’ex amministratore delegato di FS e Rfi Mauro Moretti è stato condannato a cinque anni nel processo d’appello bis per la strage ferroviaria di Viareggio. Moretti al momento della lettura della sentenza non era presente in aula. Nel primo appello Moretti era stato condannato a sette anni; in questo nuovo processo disposto dalla Cassazione la Procura generale aveva chiesto sei anni e nove mesi.

La corte d’appello fiorentina, condannando Moretti, ha dichiarato estinto per prescrizione il reato d’omicidio colposo seguendo le indicazioni della Cassazione. Moretti è stato condannato per disastro ferroviario colposo, incendio e lesioni colpose. La corte ha escluso la colpa dell’omessa disposizione della riduzione della velocità dei convogli merci, uno dei profili colposi su cui la Cassazione aveva chiesto di valutare nel merito. 

La corte ha condannato 13 persone. Vincenzo Soprano, ex Ad di Trenitalia, e Michele Mario Elia, a quattro anni, due mesi e 20 giorni; Mario Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni, a due anni, 10 mesi e 20 giorni; Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima riparazioni, a due anni, 10 mesi e 20 giorni; Mario Castaldo, ex direttore divisione di Cargo Chemical, a quattro anni. 

Condanne anche per dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci: Uwe Kriebel, operaio dell’officina di Junghental addetto ai controlli, quattro anni e cinque mesi; Helmut Broedel, funzionario dirigente dell’officina Junghental di Hannover, quattro anni, cinque mesi e 20 giorni; Andreas Schroeter, tecnico di Junghental, quattro anni e otto mesi; Peter Linowski, Ad di Gatx Rail Germania, sei anni; Rainer Kogelheide, Ad di Gatx Rail Austria, sei anni; Roman Meyer, responsabile flotta carri di Gatx Austria, cinque anni, sei mesi e 20 giorni; Johannes Mansbart, manager Gatx Rail Austria, cinque anni e quattro mesi. La corte d’appello ha assolto invece Francesco Favo, ex responsabile certificazione sicurezza di Rfi; Emilio Maestrini, ex responsabile sicurezza di Trenitalia; Joachim Lehmann, supervisore di Junghental.

Alle 23.48 del 29 giugno 2009 un treno merci partito da Trecate, in Piemonte, e diretto a Gricignano, in Campania, deraglia poco dopo aver superato la stazione ferroviaria viareggina. Una delle cisterne, in tutto 14, che trasportano Gpl si rovescia su un fianco e si squarcia sbattendo a forte velocità contro un ostacolo (un picchetto secondo quanto sostenuto dall’accusa, una “zampa di lepre” stando alla ricostruzione della difesa) e da un foro di 40 centimetri comincia a fuoriuscire il gas che avvolge i binari e le abitazioni affacciate sulla linea ferroviaria. 

Pochi minuti più tardi, nell’aria satura di Gpl un’esplosione d’improvviso sprigiona una tempesta di fiamme che investe in una frazione di secondo tutto quanto si trova nel raggio di centinaia di metri. Tutto intorno, case, negozi, uffici, automobili vengono inghiotti e distrutti dal fuoco. La zona più gravemente colpita è quella di via Ponchielli, quasi completamente rasa al suolo, e via Porta Pietrasanta. Pesantissimo il bilancio delle vittime: 32 morti, alcuni deceduti a distanza di settimane. Saranno 25 i feriti.