Da anni l’industria statale del taglio e lavorazione del legname vive una storia travagliata, con incendi boschivi, zone protette vietate al disboscamento e decisioni giudiziarie che sono andate limitando sempre più i quantitativi di legname disponibili.
L’annuncio di ieri accelera i piani annunciati nel 2019 dal governo di Andrews volti ad eliminare gradualmente il settore del taglio del legname nativo entro l’anno 2030.
Il ministro statale del Tesoro Tim Pallas ha inserito nel bilancio un pacchetto di misure per la transizione di oltre 200 milioni di dollari a beneficio del settore, portandolo a conoscenza degli addetti ai lavori questa mattina.
Lo stanziamento si propone di sostenere i lavoratori del settore e le loro famiglie ad uscire dall’attività.
Il contraccolpo per l’annuncio di oggi verrà accusato in tutto il Victoria regionale.
Il pacchetto offrirà ai lavoratori la possibilità di riqualificarsi in settori come la produzione, l’agricoltura, i trasporti e l’edilizia, frequentando i rispettivi corsi nell’ambito del programma Free TAFE finanziato dal governo.
Ai lavoratori interessati verranno offerti fino a un massimo di 8mila dollari in voucher di riqualificazione per corsi al di fuori del settore TAFE.
Gli impianti di lavorazione dei legnami nativi potranno attingere ad una serie di aiuti per la transizione volontaria, sia che scelgano di rimanere nella lavorazione del legname o per spostarsi in un altro settore.
Il ministro per lo Sviluppo regionale, Harriet Shing, ha riconosciuto che la giornata di oggi è stata difficile per l’industria interessata, ma ha affermato che gli incendi e le controversie con le organizzazioni ambientaliste hanno reso necessaria l’accelerazione impressa alla chiusura del settore.
“Non sottovalutiamo le sfide che tutto ciò creerà per i lavoratori, per le loro famiglie, per le imprese e per le comunità che per generazioni hanno fatto affidamento sulla raccolta del legname per guadagnarsi da vivere e creare la propria identità”, ha detto Shing.
La Australian Forest Products Association ha affermato che si tratta di una resa non necessaria agli attivisti ambientali, una resa che sortirà l’effetto di dover importare maggiori quantità di “hardwood” dalla Tasmania e dal NSW.
“Questa non è la maniera per proteggere e conservare il patrimonio forestale nativo dell’Australia o per fermare la deforestazione globale”, ha affermato l’amministratore delegato Joel Fitzgibbon.
Il segretario nazionale della divisione manifatturiera del CFMEU, Michael O’Connor, ha affermato che i sindacati non sono stati consultati sui cambiamenti, prevedendo condizioni potenzialmente penalizzanti per i lavoratori.
Il deputato statale dei Nazionali Darren Chester ha affermato in parlamento di essere rimasto “disgustato” dalla decisione del governo Andrews che avrà ripercussioni devastanti sulle comunità del Gippsland.