MELBOURNE – La polizia del Victoria sta indagando su un video che sembrerebbe provenire da un gruppo responsabile di un attacco incendiario contro un’azienda di Melbourne avvenuto all’inizio del mese.

Una figura anonima ha rivendicato la responsabilità per l’incendio doloso di diverse automobili, avvenuto 10 giorni fa presso un’azienda di ingegneria australiana a Melbourne, e ha minacciato i lavoratori dell’azienda se continueranno a produrre componenti di armi utilizzati da Israele.

La persona incappucciata e con il volto coperto oltre ad accusare Israele di “genocidio”, ha attaccato “colonialisti e imperialisti”, criticando Stati Uniti, Regno Unito e “la pulizia etnica e l’assassinio dei popoli aborigeni in tutta la cosiddetta Australia”.

Nel video, di bassa qualità e con la voce alterata si rivendica la responsabilità dell’attacco del 5 luglio ai danni della Lovitt Technologies Australia a nome di “una cellula anonima”.

Durante l’attacco, graffiti antisemiti sono stati tracciati su auto parcheggiate all’esterno dell’edificio e sui muri, e almeno tre veicoli sono stati incendiati. L’incidente è avvenuto poche ore dopo l’altro attacco incendiario del 4 luglio contro una sinagoga di Melbourne e l’assalto a un ristorante israeliano della città da parte di attivisti pro-Palestina.

Tra le minacce e le accuse nel video ci si scaglia anche contro “ogni lavoratore” della Lovitt Technologies, accusato di complicità nel “genocidio” a Gaza. “Decideremo il vostro destino, come voi avete deciso quello di milioni di persone”, e la persona incappucciata e mascherata ha poi incoraggiato altri a compiere attacchi simili. “Se state guardando questo video, anche voi potete fare ciò che abbiamo fatto noi,” ha detto, fornendo anche istruzioni su come incendiare un’auto. “Morte a Israele, morte all’Australia, morte all’America”. 

Il direttore generale dell’associazione ebraica australiana, Robert Gregory, ha dichiarato all’Herald Sun che il video rappresenta “una chiara incitazione al terrorismo interno. Si tratta di un’escalation profondamente inquietante”.