“Se penso che tutto è iniziato solo perché mi piace ballare…” esordisce Melisa Acoste, coordinatrice del corpo di ballo Villaggio Vecchio della Società Italiana di Ushuaia.
Non discende da italiani, scherza, ma in compenso ne ha sposato uno.
“Ho fondato il gruppo di ballo nel 2017, con le mie due figlie Josefina e Pia, che oggi hanno rispettivamente 12 e 9 anni – racconta –. Quattro anni fa è arrivata anche Lucila, la terzogenita. Fanno di cognome Tavano. Non avevamo nessuna pretesa, volevamo solo giocare e divertirci”.
Esordiscono quello stesso anno nella Festa delle Collettività della città. È un successo.
Nel 2019 la Sociedad Italiana propone a Melisa di associarsi come corpo di ballo ufficiale dell’organizzazione, con la possibilità di fare corsi e allargare il numero dei componenti.
Lei, quasi incredula, non se lo fa ripetere due volte.
“In realtà ero molto preoccupata – rivela –. Con un’affiliazione ufficiale dovevamo alzare il livello di qualità. Il dilettantismo non poteva più essere ammesso”.
Così la squadra si è allargata. Oggi del gruppo fanno parte anche Sol Pierucci, Carmen Cagliari, Natalia Escobar e Verónica Vargas. Non è necessario avere un cognome italiano: basta amare il ballo e la cultura popolare del nostro paese.
Villaggio Vecchio è il nome del quartiere dove si erano insediati gli italiani arrivati a popolare la città, come quelli della famosa missione Borsari, di cui si è appena celebrato in 75esimo anniversario.
Il suo promotore, l’imprenditore Carlo Borsari di Bologna, a due riprese (1948 e 1949) inviò a Ushuaia centinaia di lavoratori e le loro famiglie. Il tutto era frutto di un accordo tra Italia e Argentina che facilitava l’immigrazione verso il paese sudamericano di intere cooperative e l’insediamento di imprese straniere con lavoratori specializzati al seguito.
“Abbiamo iniziato con le danze popolari che ognuno di noi aveva imparato in famiglia – dice Melisa –. Non esiste solo la tarantella”.
A differenza della maggiore parte di gruppi folkloristici, che si concentrano sulla pizzica e i balli del Sud, Villaggio Vecchio è partita dal Piemonte, con la monferrina (come dice il nome, originaria del Monferrato), per poi incorporare la quadriglia (presente nel repertorio di diverse regioni) e scendere lungo lo Stivale.
“Siamo entrati in contatto con gruppi di Rosario e La Plata per scambiare informazioni – racconta Melisa –. Abbiamo cercato video, fatto ricerche sull’abbigliamento”.
Sarà il fatto che Melisa lavora come docente, quindi è consapevole dell’importante dello studio. Sarà che Ushuaia è una città turistica, quindi una vetrina importante. Di certo non ha lasciato spazio all’improvvisazione. “Ho preso lezioni online da Cecilia Arenilla, ballerina professionista molto conosciuta nella comunità italiana”.
I riconoscimenti non hanno tardato ad arrivare. Il gruppo ha ottenuto a ottobre una menzione in un concorso di danza a Ushuaia, dove ha gareggiato contro professionisti.
Melisa, con la piccola Lucila, annuncia la partecipazione del gruppo al concorso di danza.
“Ma la soddisfazione più bella è stata partecipare alla rievocazione dello sbarco degli operai della missione Borsari, il 28 ottobre – racconta emozionata –. C’erano i discendenti di quel primo nucleo di famiglia a rievocare la storia con uno sbarco simbolico. E con gli italiani di allora, la banda militare e le canzoni italiane interpretate da una cantante lirica, c’eravamo anche noi, a danzare”.