Intere scaffalature di carta igienica completamente vuote, corsie dedicate a panificati, farinacei e pasta senza più nulla, mancano i prodotti per l’igiene personale, il latte a lunga conservazione è introvabile, sui ripiani dedicati ai medicinali e farmaci sono rimasti solo i cartellini dei prezzi. Corsa sfrenata a scorte e provviste che potrebbero bastare per mesi e mesi per gli australiani. Non per gli italiani. Quelli residenti a Sydney, preferiscono non ricorrere a scorte straordinarie e spese folli.

I connazionali che vivono nella capitale del New South Wales, mantengono la calma, come evidenzia Lorenzo Ribuffo (sopra), 31 anni di Bologna: “Non ho assolutamente fatto scorte al supermercato. Penso sia del tutto inutile, non mi sembra ci sia una situazione così allarmante. Anzi, qui in Australia non sembra ci sia molto da preoccuparsi, non ci sono molti casi di persone contagiate e tutto sembra ben gestito. Inoltre anche sugli effetti del virus ci sarebbe da dire, pare sia poco più di una influenza e se si è in buona salute non c’è da preoccuparsi. L’unica cosa che non sono riuscito a comprare al supermercato e di cui avevo bisogno, è stata la carta igienica, ma poi l’ho recuperata nel convenience store di fianco casa. Probabilmente perché nessuno pensa che vendano la carta igienica anche lì”.

Valentina Perissinotto (sotto), 33 anni, veneta di Cavallino Treponti racconta: “Io, in casa, ho sempre scorte di pasta, riso, carta assorbente, olio, aceto, cose che, comprate una volta, non devi star là a pensarci più. Capisco che la situazione italiana e la divulgazione di “false” notizie abbia incrementato la paura anche in Australia. Ma mi sembra un po’ eccessivo questo allarmismo. Purtroppo, però, le notizie viaggiano velocemente, soprattutto quelle sbagliate o false. Penso che questa sia stata la causa principale, il volere, diciamo così, imitare gli altri Paesi pensando di far la cosa giusta. Ecco cosa ha spinto la gente allo shopping convulsivo. Non ci sono spazzolini, medicinali e la carta igienica. Comprendo che possa creare un po’ di panico, ma bisogna star tranquilli e seguire le indicazioni che arrivano dagli organi competenti. Il panico non ha mai risolto nulla. È inutile trovarsi in cento in un supermercato con un virus che gira... non ha proprio senso”.

La cinquantaseienne Caterina Di Prinzio (sotto) di Chieti confessa la sua ansia: “Sono francamente un po’ impaurita da questo virus. Sono qui in Australia e non mi muovo, non penso a vacanze, figurarsi a tornare in Italia, mi toccherebbe una quarantena. Per quando riguarda l’assalto ai supermercati e a beni come la carta igienica, beh, è terribile, ho trovato solo un pacco da 36 al supermarket dove lavoro. Non capisco tutta questa paura di rimanere senza scorte in casa. Per ora non sono allarmata per queste mancanze perché vedo che al momento si riesce a trovare ancora la maggior parte dei prodotti ma, spero, la situazione non vada peggiorando come in Italia. Per ora penso a restare calma e, comunque, mal che vada, ho cibo a casa. Sono abituata a comprare sempre qualcosa più del dovuto.”

Anche la genovese Tiziana La Monica (sotto) di 45 anni ha scelto la strada della normalità escludendo qualsiasi tipo di shopping convulsivo o spesa extra. “Non ho fatto nessuna scorta quando sono andata al supermercato a fare la mia spesa ordinaria, ma sono rimasta sbalordita e a bocca aperta quando ho visto gli scaffali di carta igienica e pasta completamente vuoti. Mi domando, perché la carta igienica che viene prodotta per altro qui?  Speriamo non degeneri la situazione anche se ho la netta sensazione che sia una cosa inevitabile”.

Cassandra Lenatti, 43enne mamma originaria di Sondrio, spiega che “per principio mi sono rifiutata di fare provviste al supermercato. Purtroppo i Social Media scatenano comportamenti inspiegabili. Sinceramente non ho paura della mancanza di carta igienica, al massimo sono leggermente in ansia per il latte in polvere per mio figlio. Temo che le reazioni della gente andranno peggiorando: con l’arrivo dell’inverno, come adesso in Europa, aumenteranno i casi di sindromi influenzali e si andrà ancora più nel panico anche in Australia”.

Romilda Zitarosa