Una visita il cui rinvio, l’anno precedente, aveva creato delusione e qualche amaro sfogo, ma che ora, nell’imminenza dell’evento, riaccende il senso di orgoglio e di appartenenza dei lontani ‘figli d’Italia’.

Nel suo ottavo anno di vita, Il Globo commemora l’evento con un supplemento speciale. Le quasi cinquanta pagine intitolate agli “Italiani in Australia”, che si aprono con un articolato messaggio di benvenuto a Saragat e alla delegazione che lo accompagna, narrano la storia della presenza italiana del Quinto continente. “Dovunque andrà, signor Presidente, non potrà non scorgere i segni, i richiami, i nomi e l’opera degli italiani”, si legge nella prima pagina dello speciale. “Sono tra i figli migliori e più leali della Patria quelli che oggi La salutano in Australia, signor Presidente: forse tra i più poveri, i più semplici, i più diseredati e i più incompresi di ieri, ma non certo i più dimentichi o i più dediti alle recriminazioni. (…) Nelle ore di lutti e di lagrime per la Nazione che hanno lasciato – alluvioni, valanghe, terremoti ed altre calamità – sono sempre tra i primi a rispondere, con slancio e solidarietà, generosamente e concretamente, agli appelli di soccorso per i fratelli più sfortunati”. 

Su queste pagine – si osserva - sono state raccolte solamente una fievole eco e una pallida immagine dei travagli, delle prove, delle affermazioni, dei dolori e delle gioie della nostra gente emigrata in Australia. Da esse si leva, spontaneamente e irreprimibile, il grido di ‘Viva l’Italia!’, che riassume anche tutto il nostro saluto e che all’estero non è mai retorico”. 

Le note biografiche dedicate al Presidente parlano di una vita “al servizio dei più alti ideali di giustizia sociale e di pace nel mondo”. E dalle prime pagine della pubblicazione giunge unanime il senso dei messaggi di benvenuto dedicati a Saragat dal primo ministro australiano Harold Holt, dal leader dell’opposizione Gough Whitlam e dai premier degli Stati della Confederazione australiana: tutti sottolineano l’importanza dell’apporto dato dagli italiani al progresso e alla prosperità della nazione. Un contributo “al di là di ogni aspettativa”, come afferma il ministro federale per l’Immigrazione, Billy Snedden, mentre un articolo di John Lahey, redattore capo dell’Herald di Melbourne, rilancia: “È ora di smetterla con l’assimilazione! Gli italiani debbono insegnarci la gioia di vivere”.

Il supplemento è un omaggio alla schiera di avventurieri, studiosi, militari, pubblici funzionari, braccianti, artisti e sportivi italiani che hanno lasciato visibili tracce in Australia. La parte finale è dedicata a tre più recenti storie di successo: la nascita dell’APIA Club di Sydney, le fiorenti attività del gruppo Sirena e quelle della Transfield degli ingegneri Belgiorno-Nettis e Salteri. Il nome del presidente della Repubblica riecheggia di pagina in pagina nei messaggi di saluto degli inserzionisti, che includono grossi nomi come Fiat, Qantas, Alitalia, Flotta Lauro e Lloyd Triestino.

Nei suoi spostamenti Saragat è accompagnato dal ministro degli Affari esteri, Amintore Fanfani, e dal sottosegretario agli Esteri per l’Emigrazione, senatore Giorgio Oliva, oltre che da una nutrita delegazione: 41 le persone incluse nella lista ufficiale pubblicata dal giornale. Ricca anche la rappresentanza di giornalisti e fotografi dei principali quotidiani del Belpaese, politici e non. 

Il presidente dividerà equamente la sua ‘sei giorni’ australiana fra tre principali città: sarà a Canberra il 25 e il 26 settembre, a Melbourne il 27 e il 28, a Sydney il 29 e il 30. Non manca, naturalmente, una polemica dell’ultima ora: a Saragat che esprime il desiderio di incontrare “in forma aperta, diretta, spontanea” i lavoratori d’Australia, Melbourne risponde con un cambiamento di programma (la manifestazione nella cornice chiusa del Municipio viene cancellata e trasportata al campo calcistico della Juventus a St Kilda, dove fra l’altro si disputerà in concomitanza con l’evento la coppa “Presidente della Repubblica”), mentre a Sydney – fa notare Il Globo - “si riscontrano solide resistenze a qualsiasi cambiamento d’itinerario”, e pertanto l’incontro con la comunità avverrà nella “squallida” Town Hall e non, come auspicato, nella “più degna e accogliente” sede dell’APIA. “Difficile capire come le autorità diplomatiche abbiano potuto farsi influenzare da sciocche insinuazioni e personalismi”, si commenta in un articolo non firmato.

Polemiche a parte, Melbourne e Sydney sono pronte per “trionfali manifestazioni”, titola l’edizione del 26 settembre. Nella stessa pagina, un’immagine di Lygon Street che si prepara issando bandiere tricolori lungo il percorso tutto ‘italiano’ del corteo presidenziale che attraversa gli storici quartieri ove i connazionali vivono gomito a gomito. 

Nella capitale del Victoria è Carlo Valmorbida a presiedere il Comitato dei festeggiamenti, e “i preparativi per gli addobbi delle arterie principali sono di una tale imponenza da poterli paragonare solamente a tre precedenti occasioni del genere: due visite della Regina Elisabetta e la visita del Presidente statunitense Johnson”. Sempre a Melbourne, si annuncia, in occasione della visita, e su iniziativa de Il Globo, due nuove strade nei pressi dell’aeroporto di Tullamarine saranno intitolate proprio a Giuseppe Saragat e all’aviatore Francesco De Pinedo, le cui imprese sono narrate nello speciale. 

Il Globo dedica un supplemento alla visita in Australia del presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, nel 1967

Il programma degli appuntamenti presidenziali nelle capitali australiane viene anticipato nei più minuti dettagli sulle pagine del settimanale, con un caldo invito ai lettori affinché partecipino “compatti a questa grandiosa manifestazione d’italianità, unica nella storia della nostra emigrazione e delle relazioni italo-australiane”. A Canberra Saragat incontrerà il primo ministro Harold Holt, il governatore generale Lord Casey e il leader dell’opposizione Gough Whitlam. Oltre alle problematiche dell’emigrazione e dei connessi accordi bilaterali, i temi sul tavolo sono gli stessi affrontati alla Casa Bianca: il Medioriente, l’ammissione di Londra alla Comunità europea, il ruolo dell’Onu, la guerra nel Vietnam e la non-proliferazione delle armi atomiche, a proposito della quale la più alta carica istituzionale ribadisce che l’Italia “non vuole diventare una Nazione nucleare, benché lo potrebbe benissimo essere in pochi anni”. 

Prima di concedersi ai bagni di folla del Victoria e del New South Wales terrà un discorso al Parlamento federale. 

Ricevimenti in suo onore si terranno anche a bordo di navi simbolo della diaspora italiana nel mondo: la “Marconi” del Lloyd Triestino ormeggiata a Melbourne, e la “Achille Lauro” dell’omonima flotta a Sydney. Nel NSW il capo dello Stato presenzierà, fra le varie manifestazioni, all’apertura dello stabilimento della Fiat-Trattori di Lidcombe, che darà lavoro a mille persone. 

Il messaggio del presidente ai suoi connazionali d’Australia - si apprende dalle pagine de Il Globo - è tutto incentrato sul valore del lavoro e sulle ideali aspirazioni del governo di centrosinistra. “Come voi in questo continente, come gli italiani nel continente americano e come i nostri fratelli emigrati in molti Paesi d’Europa, in Africa e Asia, anche noi abbiamo lavorato duramente, con entusiasmo, con perseveranza, con la convinzione di conquistare una vita migliore per noi e per i nostri figli. Il lavoro di tutti – il nostro al pari del vostro – è il vero segreto del cosiddetto miracolo italiano”, afferma Saragat incontrando i ‘nuovi australiani’ di Melbourne. E il presidente elenca, fra gli obiettivi della nuova politica del Belpaese, un’emigrazione che sia “una libera scelta” e che “abbia luogo soltanto quando sia possibile assicurare la necessaria tutela dell’emigrante”. L’Australia, come afferma, è una terra “libera e giusta dove le istituzioni e i metodi democratici nati in Europa hanno messo profonde radici, un mondo nuovo dove vi è un’immensa natura da conquistare e dove l’uomo è in grado di programmare le forme più avanzate di una nuova civiltà”. “L’Italia - ribadisce - sarà orgogliosa di poter partecipare alla costruzione di questa grande Nazione”.

Un capo di Stato italiano nell’anno del Bicentenario

Qui sta per nascere una nuova nazione, uno Stato multiculturale. Non mi aspettavo tanta vitalità. Alla vigilia pensavo a una missione formale, alla solita visita a un paese amico. Invece questa spedizione ha assunto un netto carattere politico. C’è molto interesse nei nostri confronti, me l’hanno detto sia il primo ministro Hawke che il capo dell’opposizione Howard. È la conferma della nuova immagine dell’Italia. Anche quaggiù ci considerano un soggetto politico, una potenza mondiale che ha da dire e da fare qualcosa pure nel Pacifico”. Sono le parole che Francesco Cossiga rivolge ai giornalisti durante la sua visita di Stato compiuta in Australia nell’ottobre del 1988. È la seconda missione di un presidente della Repubblica italiano nel Quinto continente: avviene, significativamente, nella cornice delle celebrazioni del Bicentenario della colonizzazione, al quale il governo di Roma contribuisce non solo con una “massiccia, rappresentativa e prestigiosa” trasferta ufficiale, ma anche con un ciclo di iniziative culturali di altissimo livello.

La visita di Cossiga, accompagnato dal sottosegretario agli Esteri Susanna Agnelli e da una più che nutrita delegazione di funzionari e giornalisti, si compie nell’arco di sette giorni – dal 10 al 17 ottobre – durante i quali il presidente della Repubblica presenzia ad un intensissimo calendario di iniziative e appuntamenti a Canberra, Brisbane, Adelaide, Melbourne e Sydney. Brisbane è una tappa particolarmente importante per il capo del Quirinale, che visiterà il padiglione italiano dell’Expo ’88, mentre Adelaide viene ‘benedetta’, per la prima volta, dalla presenza di un capo di Stato italiano. Resta fuori dall’itinerario, a conferma di quella che lo stesso Cossiga descrive come la “tirannia della distanza”, l’avamposto occidentale di Perth. 

“Multiculturalismo” è la parola che rimbalza da un discorso ufficiale all’altro, ripresa anche nel messaggio di saluto a Cossiga del primo ministro Bob Hawke, pubblicato nelle pagine de Il Globo assieme a quelli di molti altri esponenti dei governi e delle opposizioni statali e federale, e dei rappresentanti delle sedi diplomatiche italiane in Australia. A differenza di 21 anni prima, quando Saragat aveva compiuto la prima missione australiana di un presidente italiano, questa volta a dare il benvenuto al capo dello Stato si aggiungono anche le voci di diversi parlamentari di origine italiana. Alla visita di Stato il giornale dedica 40 pagine speciali che accompagnano l’edizione del 10 ottobre. 

In realtà, le cronache legate alla missione di Cossiga incominciano mesi prima, con il resoconto dei preparativi e della raccolta dei fondi per i festeggiamenti organizzata “nella capitale italo-australiana Melbourne” dal Comitato delle accoglienze. Regolarmente pubblicate e aggiornate le liste dei donatori e dei contributi: il 3 ottobre si riporta che è stata raggiunta quota 100mila dollari.

Nell’edizione che coincide con la data di arrivo del presidente, Il Globo parla di un’auspicabile “missione di recupero” da parte del governo italiano. Perché, come si sottolinea, “la verità senza retorica è che la componente italiana della società australiana ha giocato e sta giocando un ruolo di dimensioni storiche e, ora che il flusso migratorio tradizionale è cessato, necessita solo di un intelligente, vigile e innovativo contributo dell’Italia perché non venga disperso e sprecato un prezioso patrimonio di lingua, cultura, immagini, sentimenti ed opere che gli emigranti sanno custodire e alimentare, ma che le seconde e terze generazioni debbono ancora imparare ed essere poste in grado di valorizzare nel contesto del multiculturalismo australiano”. 

Nell’ottobre del 1988 il presidente Francesco Cossiga visita Canberra, Brisbane, Adelaide, Melbourne e Sydney

Un auspicio che non fa passare in secondo piano altre, più ovvie, finalità della visita, “legate ai ruoli di politica economica dell’Australia fornitrice di materie prime e spazi di lancio per operazioni imprenditoriali e piazzamento di manufatti nel bacino del Pacifico, e l’Italia fornitrice di tecnologie industriali avanzate oltre che di quadri aziendali e maestranze altamente specializzate”. Ma l’interesse che il governo di Canberra manifesterà nei confronti dell’Italia non sarà esclusivamente economico; la delegazione di Roma verrà ricevuta come un potenziale interlocutore politico: “Gli australiani sono preoccupati. Dicono che gli Stati Uniti si interessano più della sicurezza dell’Europa che della loro. Infatti, criticano lo scudo stellare”, dichiara Giulio Andreotti, da Brisbane, all’indomani degli incontri bilaterali a Canberra, come riporta Il Globo del 17 ottobre. “[E Cossiga] ha subito aggiunto: ‘Su questo punto ci hanno fatto una proposta politica precisa - continua l’articolo -. Vogliono essere riconosciuti come l’interlocutore-chiave dell’area e dicono che a chiudere l’anello Europa-Pacifico dobbiamo essere noi, l’Italia’”. 

La missione, al di là dei contenuti strettamente politici, pone sotto i riflettori l’intera comunità italiana, che si organizza in forze per salutare il presidente. Pagine e pagine corredate da servizi fotografici sono dedicate al tour de force di Cossiga nelle principali città australiane, e agli incontri con folle entusiastiche: l’Expo ’88 a Brisbane, la visita al Veneto Club di Adelaide e le sfilate nel centro di Melbourne dove, fra l’altro, il presidente sarà insignito di una laurea honoris causa in Giurisprudenza dall’ateneo più prestigioso della città. Sempre nella capitale del Victoria, il capo di Stato fa una puntata a bordo dell’incrociatore italiano “Caio Duilio” (in missione speciale in Australia proprio per marcare il Bicentenario), e inaugura il Festival italiano di Lygon Street, dopo aver scoperto una targa-ricordo nella Casa Elda Vaccari per gli anziani di origine italiana, in via di realizzazione. Ultima tappa, Sydney. Cossiga visita lo stabilimento dell’Electricity Power Transmission il cui amministratore delegato ha un nome tutto italiano: Enzo Oriolo. Un altro gesto altamente simbolico è la posa della prima pietra dell’erigendo centro culturale-sociale “Foro italiano”, che sorgerà su un terreno donato dal governo del NSW. L’appuntamento comunitario è invece nella centralissima Darling Harbour.

Oscar Luigi Scalfaro, presidente della Seconda Repubblica

Rispetto a quella che aveva salutato Giuseppe Saragat nel 1967, è una comunità italiana profondamente cambiata e assai più ‘matura’ e complessa quella che, 31 anni più tardi, accoglie in Australia il presidente Oscar Luigi Scalfaro che visita la nazione a dicembre, terzo capo dello Stato italiano a farlo dalla fondazione della Repubblica. Allo stesso modo, è radicalmente cambiato il Paese che la più alta carica istituzionale rappresenta: dall’Italia del “miracolo” post-bellico e dell’esperimento del centrosinistra incarnata da Saragat si è giunti a quella di post-Tangentopoli e della cosiddetta Seconda Repubblica. Quella di Scalfaro, nel 1988, è anche l’ultima visita di un presidente: le comunità estere hanno ormai diversi strumenti per farsi sentire presso le istituzioni del Paese di origine, e fra non molto – seppur tardivamente - se ne aggiungerà un altro.

Mancano meno di dieci anni alla concessione del voto ai residenti all’estero, e il tema riaffiora sulle prime pagine de Il Globo già nei primi numeri di gennaio, nell’ambito di una polemica che investe proprio il capo del Quirinale. Scalfaro è accusato di aver dedicato poco spazio alle istanze degli italiani all’estero nel suo discorso di fine anno: accusa non sostenuta dal nostro settimanale che, anzi, parla di un 1988 foriero di nuovi sviluppi per le relazioni italo-australiane, con un programma di visite di alto livello e sullo sfondo della Conferenza mondiale degli italiani all’estero che si sta preparando. Eventi importantissimi perché, come si osserva in un articolo del 19 gennaio, “anche se le comunicazioni d’oggi hanno di fatto annullato le distanze sul piano mondiale, l’‘andar per intrapresa’ in Australia sembra ancora un passo troppo lungo agli imprenditori italiani”. 

Oscar Luigi Scalfaro è il terzo capo di Stato italiano a incontrare la comunità italiana d’Australia nel 1998

Ma al viaggio del presidente italiano, originariamente in calendario a novembre-dicembre, si frappongono non pochi ostacoli: l’annunciata cessazione dei voli Alitalia in Australia a partire da novembre; le elezioni federali anticipate di ottobre in Australia, con quel clima di temporaneo ‘vuoto’ istituzionale che male si accorderebbe a visite di Stato e infine, le turbolente vicende del governo italiano, con la crisi e il passaggio del testimone da Romano Prodi a Massimo D’Alema. Nonostante le difficoltà, la visita comunque ci sarà: Scalfaro, ormai giunto all’ultimo semestre del suo mandato settennale, sarà in Australia dal 5 all’11 dicembre. Le tappe sono Melbourne, Canberra, Sydney.

Il presidente arriva nella capitale del Victoria, con un volo speciale dell’Alitalia. È accompagnato dalla figlia Marianna e dal sottosegretario agli Esteri, Patrizia Toia. “Grazie italiani d’Australia”, titola a caratteri cubitali l’edizione de Il Globo del 7 dicembre riprendendo il messaggio che Scalfaro dedica ai connazionali al suo arrivo. I servizi giornalistici descrivono l’intensa tabella di marcia a cui il capo dello Stato e il suo seguito si sottopongono nella capitale del Victoria: il “caloroso benvenuto” della collettività al Fogolar Furlan; l’omaggio ai Caduti con “deposizioni di fiori” ai monumenti del Bersagliere e dell’Alpino; gli incontri con il governatore del Victoria, Sir James Gobbo e con il premier Jeff Kennett; quelli al Co.As.It. e all’Università di Melbourne, dove incontra i docenti di lingua italiana, e gli appuntamenti organizzati dalla Camera di Commercio italiana. 

Dalla più alta carica rappresentativa dello Stato arriva l’invito “ad insegnare ai figli a non dimenticare le loro radici e la lingua italiana”, con un elogio “all’eccezionale senso di accoglienza umana” dimostrato dall’Australia verso gli immigrati. Parole significative, in un momento in cui le cronache dei quotidiani del Belpaese sono riempite dalle vicende delle “carrette del mare” coi loro carichi di speranza e disperazione. “Le porte spalancate sono un fatto di civiltà”, ribadisce ancora il presidente parlando all’Università di Melbourne. 

Nei servizi fotografici è ritratto con semplici cittadini e con i rappresentanti di organismi e istituzioni, che includono un discreto numero di sindaci e parlamentari di origine italiana, ma anche accademici e uomini d’affari, a testimonianza del cammino compiuto dalla comunità. Una comunità decisamente invecchiata e anche per questo, in omaggio alla prima generazione di emigranti, non si è tralasciato di ricomprendere nell’itinerario di Scalfaro una tappa in due case di riposo: il Centro Assisi di Melbourne e il centro anziani del Villaggio Scalabrini di Austral a Sydney. Nel New South Wales il luogo eletto per l’appuntamento con la comunità è il Club Marconi. 

Sul piano strettamente politico, e nell’ambito degli incontri bilaterali di alto livello, si leva solo qualche isolata nota stridente nella rassicurante sinfonia delle dichiarazioni di amicizia fra i due Paesi. “La visita che era cominciata tra le polemiche dopo le esternazioni d’alta quota su voto, referendum e possibile ricandidatura al Quirinale si è conclusa con un acuto del presidente che, davanti al premier del New South Wales, Bob Carr, si è apertamente schierato contro lo strapotere politico-militare degli Usa”, riporta Il Globo del 14 dicembre. 
La pace, una genuina fratellanza fra i popoli al di sopra della mera comunanza di interessi politici ed economici, i diritti della persona: sono questi i temi al centro dell’intervento presidenziale al Parlamento federale, nel quale Scalfaro trova anche spazio per esprimere la propria sintonia con Canberra che protesta contro i test nucleari francesi, ricordando di essersi sentito “voce solitaria” in Europa quando lui ha fatto altrettanto. 

Da Canberra il presidente promette anche un contributo italiano per le imminenti celebrazioni del centenario della nascita della Federazione australiana: manifestazioni culturali di alto livello che siano “stimolo e incoraggiamento di una sempre più profonda intesa e di una sempre più comprensione reciproca”. Da parte sua, nella cornice della “Great Hall” del Parlamento federale il primo ministro John Howard si sofferma sui diversi livelli dell’apporto italiano allo sviluppo della nazione australiana, dalla “appassionata adesione all’importanza del valore della famiglia” fino “all’enorme entusiasmo ed energia” dimostrati dagli emigranti e dai loro discendenti. Cita, come farà anche il leader dell’Opposizione, i volti-simbolo del successo dei figli del Belpaese nel Quinto continente. Sono nomi della cultura, della politica, dello sport, dell’imprenditoria. E nell’imminenza dell’adozione della moneta unica non manca, da parte di Howard e di Beazley, un riferimento al ruolo-chiave che l’Italia ha svolto nella nascita dell’Unione Europea, un modello politico a cui il mondo in fase di globalizzazione guarda con interesse.

A differenza di 31 anni prima, questa volta una stazione radiofonica nata in Australia per gli italiani permetterà di far pervenire alle comunità più lontane la voce del presidente e dei suoi principali interlocutori politici, con la trasmissione in diretta delle principali cerimonie ufficiali a Melbourne e a Canberra. Rete Italia, lanciata quattro anni prima, raggiunge adesso il Victoria, il New South Wales, il Territorio della Capitale, il Queensland e la città di Perth, nel Western Australia.

La missione australiana di Scalfaro è coronata da un ulteriore evento-simbolo del dinamismo italiano. L’edizione del 14 dicembre de Il Globo riporta in prima pagina la notizia del via libera a Melbourne alla “Grollo Tower”. Nella stessa pagina, l’intervista al sottosegretario Toia che illustra le direttrici della politica per gli italiani nel mondo. Punto nevralgico, naturalmente, il voto all’estero.