Imperversa una confusione diffusa. Continuano a rincorrerci poche e ripetute domande: quante ore resterò in fila per il test anti-Covid? Quanti giorni dovrò attendere prima di ricevere il risultato?
In punta di piedi, siamo giunti al nostro terzo anno di pandemia, con una variante decisamente più contagiosa, ma provvidenzialmente più blanda. E se le prime fasi del virus le ricordiamo come angoscianti, estenuanti, adesso ci accompagna una sorta di ‘responsabilità personale’.
E mentre il premier Daniel Andrews ha annunciato l’estensione della ‘dichiarazione di pandemia’ per lo Stato del Victoria per altri tre mesi – la misura consentirà al ministro della Salute, Martin Foley, di continuare a emettere ordini sanitari dopo aver consultato un comitato di esperti e rappresentanti della comunità –, sono state introdotte, a partire da ieri a mezzanotte, una serie di restrizioni, “necessarie, ma proporzionate”, per proteggere le strutture sanitarie e la forza lavoro dal rischio di focolai.
Il timore, adesso, è che lo Stato non abbia ancora raggiunto il picco di infezioni, nonostante un numero di casi senza precedenti.
Entro sabato 12 febbraio, dovranno sottoporsi alla terza dose del vaccino anti-Covid tutti i lavoratori dei settori dedicati all’assistenza sanitaria agli anziani e alla disabilità, ai servizi di emergenza, alle strutture correzionali, agli alloggi adibiti alla quarantena e agli addetti alla distribuzione di cibo (produzione, stoccaggio e trasporto).
Sono state inoltre chiuse le piste da ballo dei luoghi dell’intrattenimento, perché considerate “un rischio straordinario di trasmissione di massa”; i locali potranno restare aperti al pubblico, rispettando le indicazioni di densità attualmente in vigore, una persona ogni due metri quadrati.
Ancora consentite, invece, le piste da ballo durante un matrimonio, con l’auspicio che gli organizzatori scelgano di posizionarle all’aperto, ove possibile.
“È una notizia che ci sconforta – ha dichiarato Carmelo Matarazzo, presidente del Floridia Social Club, di fronte alla notizia delle piste da ballo chiuse nelle associazioni comunitarie –; il nostro comitato esecutivo si riunirà in tempi brevi per discutere delle nuove imposizioni governative, nonostante sia stato fatto un grande lavoro di pulizia e sanificazione di tutti i locali del nostro club”.
Soci e simpatizzanti si sarebbero rivisti, dopo la pausa delle festività natalizie, per il dinner dance del 22 gennaio; senza il ballo, il presidente non è più sicuro della realizzazione dell’evento.
“Siamo tutti vaccinati, moltissimi anche con la terza dose, ma al momento è l’incertezza a regnare – ha continuato –. Svariati membri, purtroppo, sono stati contagiati dalla variante Omicron e il numero dei partecipanti è già ridotto. Ci penalizzano inoltre anche le indicazioni di densità; la chiusura delle piste da ballo si aggiunge alla lista, anche se le spese continuano ad esserci, le bollette arrivano puntuali ogni mese”.

Il COVID Response Commander, Jeroen Weimar, in conferenza con i media multiculturali del Victoria
In conferenza stampa in presenza dei media multiculturali del Victoria, l’Acting Chief Health Officer, Ben Cowie, e il COVID Response Commander, Jeroen Weimar, hanno illustrato le nuove restrizioni in vigore, ribadendo l’importanza di sottoporsi alla terza dose del vaccino – “L’obiettivo è far crescere il numero dei vaccinati con terza dose entro i primi due mesi di quest’anno”, ha dichiarato Cowie – e al test anti-Covid in presenza di sintomi, anche se lievi.
“Siamo coscienti della difficoltà dei cittadini del Victoria nel reperire test rapidi in caso di necessità – ha dichiarato Weimar in conferenza –, ma ne distribuiremo 800mila nel corso di questa settimana, mentre un milione è stato già distribuito nelle case di riposo e di assistenza agli anziani”.
Il Maiella Club, intanto, spera di riuscire a concretizzare almeno le due gite di gruppo previste per il mese di gennaio, a Portarlington e a Colac.
“Dipenderà dai nostri soci. Un tempo, eravamo costretti a rifiutare persone perché c’era troppa richiesta; oggi se riusciamo a radunare trenta partecipanti, ci riteniamo fortunati – ha spiegato il presidente Mario Centofanti –. In sala sarà decisamente difficile tornare, considerate le restrizioni di densità e l’impossibilità a ballare. Cercheremo almeno di goderci delle giornate all’aperto con le nostre gite”.