MILANO - “Il mio obiettivo era colpire un dipendente Unicredit. Io lavoravo per loro e sono stato buttato fuori. Mi sono appostato nel luogo dov’è avvenuto il fatto con lo scopo di colpire il mondo della finanza presso cui ho lavorato e non la signora, che spero stia meglio”. 

Vincenzo Lanni ha giustificato così il folle gesto per cui è tuttora in cella, a San Vittore, con le accuse di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e porto abusivo d’armi. La settimana scorsa  in piazza Gae Aulenti, nel capoluogo regionale lombardo, dopo che si era procurato un coltello e aveva fatto un sopralluogo, ha pugnalato alla schiena Anna Laura Valsecchi, dipendente di Finlombarda scelta a caso, facendola finire in gravi condizioni in ospedale.

L’uomo, 59 anni, originario della bergamasca e con problemi psichiatrici, nel ripetere al gip Rossana Mongiardo quanto aveva già dichiarato al pm Cristina Ria, ha spiegato di essere stato “cacciato” dalla comunità di Exodus, in provincia di Varese, per lui “una famiglia”, a seguito di un litigio con un altro ospite per “uno schiaffo” e di essere partito per Milano con “due opzioni, ovvero o mi richiamano dalla comunità o faccio questo per vendetta, per rivalsa verso chi mi ha licenziato” una decina d’anni fa. Come ha scritto la giudice nel provvedimento con cui ha convalidato il fermo e applicato il carcere, come chiesto dalla Procura, “ha raccontato i fatti con estrema lucidità e con la convinzione di aver agito correttamente, sentendosi vittima del sistema”. Cosa che fa ritenere certi il pericolo di reiterazione del reato, la sua pericolosità sociale e “la sua completa incapacità di comprendere la gravità di quanto commesso”.

Un piano preordinato fin da quando, la settimana scorsa, al suo arrivo nell’albergo non molto lontano dalla Stazione Centrale, ha comprato il coltello con cui ha poi inferto il colpo alla schiena della signora per poi andar via “a passo tranquillo”, senza dare alcuna importanza alle telecamere che lo riprendevano. “Giudice - ha aggiunto - io ho la vita rovinata, sono passato dalla prospettiva di avere un futuro ad avere niente”. Nel 2015 aveva già pugnalato due anziani ed era stato condannato a otto anni di carcere e a tre di misura di sicurezza. Poi era tornato libero e aveva deciso di rimanere nella struttura nel varesotto da dove più di una volta si era “allontanato volontariamente, manifestando pensieri deliranti”: nel 2023 era stato bloccato con un coltello nello zaino e l’anno successivo aveva espresso “intenzioni violente nei confronti di personalità della politica”.