I servizi di emergenza ed gli altri volontari che stanno rastrellando l’area circostante il campeggio Blowholes di Macleod, a nord di Carnarvon, si erano trovati a confrontarsi con un ambiente impervio e talvolta ostile, ma oggi, giunti al quarto giorno di ricerca, la costa, battuta da forti venti ed intense precipitazioni, ha reso le condizioni impossibili per loro.
Jon Munday, ispettore di polizia, ha riferito che: “Al momento semplicemente non esistono le condizioni minime di sicurezza per i volontari dei SES”.
Il campeggio rimane chiuso, con l’intera area classificata come potenziale scena di un crimine.
Le investigazioni sono state avviate con il presupposto che Cleo, 4 anni, sia stata rapita. Dopo aver setacciato tende e roulotte del campeggio vicino a Macleod, a nord di Carnarvon, dove la famiglia Smith si trovava nella notte di sabato, le ricerche erano proseguite con l’ispezione delle baracche e delle capanne presenti in quel tratto di costa.
Abbandonata l’ipotesi dell’annegamento dopo una minuziosa ispezione delle acque e dei fondali antistanti, la polizia si è dichiarata seriamente preoccupata per le sorti della bimba.
La madre aveva controllato il sonno di Cleo alle ore 1:30 della notte di sabato. Al risveglio della famiglia, poco prima delle 6:30, la piccola, assieme al suo sacco a pelo, era sparita.
La scomparsa di Cleo sta destando ricordi agghiaccianti che riportano la mente al 1980, alla vicenda di Azaria Chambelain, 9 mesi, scomparsa dalla tenda in un campeggio prossimo ad Ayers Rock (NT), per mai essere ritrovata. La morte presunta dell’infante per oltre 30 anni fu ascritta alla madre, Lindy.
Nel vicino centro abitato le vetrine dei negozi sono state tappezzate di manifesti che mostrano Cleo con il pigiama rosa che indossava prima che venisse denunciata la sua scomparsa.
La condizione di massima allerta per qualsiasi informazione o indizio riguardante Cleo Smith è stato diramato non solo per la regione, ma è stato esteso a tutte le stazioni di polizia del Western Australia.