WASHINGTON – Donald Trump ha fatto sapere che esiste la possibilità che la sua amministrazione possa chiedere, ad alcuni Paesi latinoamericani, di scegliere se schierarsi con gli Stati Uniti o la Cina.

Lo ha dichiarato lo stesso presidente americano durante un’intervista a Fox Noticias, nel rispondere alle domande sulla cosiddetta “Nuova Via della Seta”.

Ed è il Wall Strett Journal a riferire che la Casa Bianca potrebbe usare le trattative sui dazi per fare pressione su alcuni partner commerciali americani, affinché limitino i loro rapporti con la Cina, nell’ottica di isolare il concorrente asiatico. La guerra commerciale si sta trasformando in una guerra delle alleanze, con Xi Jinping che cerca di far sentire la propria influenza con il viaggio di questi giorni nel Sud-est asiatico, visitando il Vietnam, la Malesia e la Cambogia.

“Di fronte alle incertezze esterne - ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian -,  la Cina insisterà nel tendere la mano anziché alzare i pugni, nell’abbattere i muri invece di costruire barriere, nel connettersi anziché disconnettersi”.

Ma il capo della Casa Bianca dissente, sostenendo che Xi Jinping sarebbe andato in Vietnam con l’obiettivo di “fregare” gli Stati Uniti.
In una guerra senza esclusioni di colpi, in risposta ai dazi americani del 145% sui prodotti cinesi, Pechino ha prima bloccato l’esportazione di sette tipi di minerali rari, fondamentali per l’industria statunitense, e poi ordinato alle compagnie aeree del Paese il fermo delle consegne di nuovi Boeing e dei loro componenti.

Un affondo pesantissimo per il colosso americano dell’aeronautica che ha scatenato la reazione del leader americano, che ha sottolineato che che “la palla è in mano alla Cina, sono loro che devono fare un accordo con noi, non il contrario”.

Il rapporto tra i presidenti delle superpotenze economiche era buono: in diverse occasioni Trump aveva definito Xi un “leader intelligente”, ma lo scontro commerciale frontale delle ultime settimane, sta mettendo in pericolo la complessa relazione fra i due Paesi.

Secondo indiscrezioni, la Casa Bianca è divisa su come gestire la situazione: alcuni ritengono che il pugno duro di Trump abbia l’obiettivo di costringere la Cina a sedersi al tavolo delle trattative; altri invece sono convinti che il fine ultimo del magnate sia di creare un’economia americana auto-sufficiente. 

La Cina non è, però, il solo Paese con cui gli Stati Uniti proseguono le trattative commerciali: in attesa di capire come si svilupperà il colloquio con l’Unione Europea, il vicepresidente americano JD Vance ha aperto alla possibilità di raggiungere un “ottimo” accordo bilaterale con la Gran Bretagna, in grado di riassorbire tutti i dazi imposti da Washington.

Nel corso di un’intervista, Vance ha sottolineato come i due Paesi stiano lavorando “intensamente” sull’intesa e che ci sarebbero “buone possibilità” per concretizzarla. Vance ha rivolto parole molto amichevoli al premier laburista Keir Starmer, defininendo il rapporto tra Washington e Londra “privilegiato [e] profondo” e caratterizzato da una “affinità culturale”.

Il Vicepresidente ha richiamato l’amore per il Regno Unito di Trump e il suo grande affetto per la defunta regina Elisabetta, prima, e per re Carlo, ora: “Amava la Regina. Ammira e ama il Re”.  

Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad), invece, le vittime di questa guerra commerciale saranno le economie più povere e vulnerabili, che per questo dovrebbero essere esentate dai dazi doganali.