WASHINGTON - La Corte suprema Usa ha bocciato la legge sull’aborto varata dalla Louisiana, una delle più restrittive di sempre che avrebbe comportato di fatto la chiusura di tutte le cliniche che praticano l’interruzione della gravidanza.

Come in altri recenti casi, il presidente della Corte John Roberts, di nomina conservatrice, si è unito ai colleghi liberal. È la prima volta che la Corte suprema Usa si pronuncia sull’aborto da quando il presidente Donald Trump ha nominato due giudici dando la maggioranza all’ala conservatrice. Ma il magnate non aveva fatto i conti col capo dei giudici costituzionali, John Roberts, nominato da George Bush ma che di recente ha votato con i colleghi di nomina democratica sia per salvare il programma di protezione dei Dreamer varato da Barack Obama sia per estendere il divieto di discriminazioni sul lavoro alla comunità Lgbtq.

La legge della Louisiana che introduce fortissime restrizioni alla possibilità delle donne di abortire è stata varata nel 2014. La sua bocciatura da parte dell’Alta corte segna ora un precedente che mette a rischio tutte le altre leggi restrittive varate negli ultimi anni in altri stati Usa. 

La legge della Louisiana stabiliva una serie di restrizioni, dalla “licenza speciale” al raggio limitato di azione entro cui il medico abortista poteva svolgere la propria funzione, misure che hanno reso impossibile per molte donne non solo il ricorso all’interruzione di gravidanza ma l’accesso alle cure successive all’intervento. Solo due medici in tutto lo Stato potevano svolgere di fatto la professione: uno a New Orleans e l’altro a Shreveport.Una legge simile, approvata in Texas, era già stata bocciata dalla Corte suprema nel 2016.

La Corte suprema ha dato invece luce verde all’amministrazione Trump per ripristinare la pena di morte a livello federale. Le esecuzioni, sulla base delle procedure annunciate lo scorso anno dal dipartimento di Giustizia, potrebbero riprendere per la prima volta dal 2003, anno in cui furono di fatto congelate durante l’amministrazione Bush.

La decisione dell’Alta corte è stata contrastata, visto che due dei giudici liberal, Ruth Ginsburg e Sonia Sotomayor, hanno dichiarato che avrebbero preso in considerazione il ricorso contro i nuovi protocolli federali proposti dal dipartimento di Giustizia. Il ministro William Barr li aveva presentati la scorsa estate, e prevedono la ripresa delle esecuzioni usando una nuova procedura che prevede un’iniezione letale attraverso un singolo farmaco, il pentobarbital.