WASHINGTHON - Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro Alexandre de Moraes, giudice del Tribunale Supremo del Brasile, accusandolo di “gravi violazioni dei diritti umani”. La decisione, annunciata dal segretario di Stato Marco Rubio, si basa sull’accusa rivolta a Moraes che, secondo gli Usa, avrebbe autorizzato detenzioni arbitrarie e limitato la libertà di espressione attraverso provvedimenti giudiziari ritenuti abusivi.

Secondo il comunicato ufficiale, il magistrato avrebbe “abusato della propria autorità partecipando a un’iniziativa selettiva e politicamente motivata, volta a silenziare i critici politici mediante ordini segreti che obbligavano le piattaforme online – comprese aziende statunitensi – a bloccare account di utenti per aver pubblicato contenuti protetti”.

Moraes era già finito sotto i riflettori l’anno scorso quando, nel pieno di una disputa con Elon Musk, proprietario di X (ex Twitter) e vicino all’ex presidente Donald Trump, ordinò il blocco temporaneo della piattaforma in Brasile. Il provvedimento fu motivato dalla mancata nomina di un rappresentante legale nel Paese e da presunte violazioni sulle regole di moderazione dei contenuti legati all’incitamento all’odio. Il divieto fu successivamente revocato.

La reazione brasiliana non si è fatta attendere. Il procuratore generale Jorge Messias ha definito le sanzioni “arbitrarie e ingiustificabili”, accusando Washington di un “attacco inaccettabile” alla sovranità nazionale. “Un potere giudiziario indipendente è un pilastro essenziale di ogni democrazia. Noi brasiliani non accetteremo mai pressioni politiche contro chi adempie al proprio dovere costituzionale”, ha dichiarato Messias su X, annunciando che il Brasile “adotterà le misure adeguate nei fori e nei momenti opportuni”.

Le sanzioni arrivano a meno di due settimane dall’introduzione di restrizioni sui visti da parte del Dipartimento di Stato contro Moraes e altri magistrati, accusati di portare avanti una “caccia alle streghe” contro l’ex presidente Jair Bolsonaro.

L’ex capo di Stato, stretto alleato di Trump, è attualmente sotto processo per presunto complotto volto a sovvertire i risultati delle elezioni del 2022, perse contro Luiz Inácio Lula da Silva. Bolsonaro, che respinge tutte le accuse, si è visto imporre dal Tribunale Supremo il divieto di comunicare con funzionari stranieri, frequentare ambasciate e utilizzare i social media.