SYDNEY - L’intervento punta ad affrontare la crisi abitativa che sta colpendo migliaia di giovani e famiglie, spesso costretti ad abbandonare Sydney per i costi insostenibili del mercato immobiliare.

La stazione di Woollahra era stata originariamente prevista negli anni ’70, durante la realizzazione della linea ferroviaria dei sobborghi orientali, ma la sua realizzazione venne cancellata dopo le proteste della comunità locale. Ora, il premier Chris Minns ha deciso di riprendere quel progetto: “Per combattere la crisi abitativa di Sydney, tutti devono fare la propria parte. Non possiamo lasciare che siano solo le periferie occidentali a sostenere la crescita, quando abbiamo infrastrutture già pronte vicino al CBD”.

La nuova stazione sarà a soli otto minuti dal cuore di Sydney e rappresenterà la prima aggiunta al sistema ferroviario pesante della città da oltre dieci anni. Parallelamente, verranno avviati processi di rizonizzazione sia a Woollahra che a Edgecliff, per consentire lo sviluppo residenziale attorno alle aree servite dal trasporto pubblico. Sydney Water e Infrastructure NSW hanno confermato che i sistemi idrici e fognari possono sostenere i nuovi insediamenti.

Il progetto ha suscitato reazioni contrastanti. Alcuni residenti hanno accusato il governo di voler favorire i costruttori, mentre altri si sono mostrati più pragmatici. Kellie Sloane, deputata per il seggio di Vaucluse, ha definito irrealistico il piano, sostenendo che per ospitare 10mila nuove unità servirebbero “95 torri da 21 piani”.

Il governo, tuttavia, difende con fermezza l’iniziativa. Il ministro per l’Edilizia abitativa Rose Jackson ha spiegato che una quota di alloggi sarà riservata a case accessibili: “Per troppe persone il sogno australiano è scivolato via. Questa è un’occasione per restituirlo, offrendo case di qualità vicino a servizi, lavoro e spazi verdi”.

Secondo Minns, la scelta di Woollahra è “intollerabile da rinviare”, perché senza nuove abitazioni la prossima generazione rischia di non avere futuro a Sydney.