Originario di Soave, nel veronese, Cesare è sbarcato in Australia alla fine degli anni ‘90, per fare un sopralluogo della zona. All’epoca lavorava nell’azienda di pelletteria di famiglia, e dopo aver vissuto per tre anni in Sudafrica, era venuto in Australia per reperire pelli che venivano inviate in Italia per la concia, per poi tornare in Australia per essere vendute ai maggiori produttori di calzature e borse, quali RM Williams e Diana Ferrari, ai mobilifici e ai marchi automobilistici.

Nel 2015 Cesare ha deciso di diversificare la sua attività, e intuendo che stava iniziando una forte domanda per prodotti alimentari di alta qualità, ha preceduto i tempi, iniziando ad importare paste artigianali, riso Vialone e Carnaroli, farine da mulini artigianali, salumi, polente, prodotti tartufati, vini, birre e molto altro.

Nel corso degli anni Zanchi, attraverso varie diramazioni del suo gruppo, ha organizzato corsi di degustazione di vino, con la partecipazione dell’autorevole Associazione italiana sommelier, e corsi di preparazione della pizza. A queste iniziative, Cesare ha voluto unire anche delle serate all’insegna dell’allegria, come quelle a base di ‘cassœula’ e polenta (la cassœula è un tipico piatto della tradizione lombarda, simile al cassoulet francese, a base di carne di maiale e verza), pane e salame (e vino rosso), e panettone e vin santo.

Inoltre da quando il campionato mondiale di Superbike ha adottato il Prosecco per le celebrazioni di premiazione sul podio, Cesare che ha importato il vino prodotto dal Consorzio del prosecco, ha organizzato viaggi di delegazioni di addetti ai lavori, inclusi i media, verso il circuito di Phillip Island.

Anni fa, inoltre, dopo un viaggio in Italia, Cesare ha importato in Australia un lievito madre, di altissima qualità, e ha aperto un forno dove infornava pane, biscotti e quant’altro.

Sempre attento al recupero e alla promozione della biodiversità, e grazie al grande lavoro di ricerca, svolto da biologi e medici dietologi, a Treviso, ha ora iniziato a importare una pasta per la pizza, preparata con farine particolari, i cui enzimi sono stati lievitati, quindi non ha bisogno di crescere di nuovo. Il risultato è un impasto, che viene surgelato in porzioni, per la produzione di una pizza buona, gustosa, saporita e di facilissima digeribilità.

Alla VI Settimana della cucina italiana nel mondo, organizzata il mese scorso dal Consolato italiano a Melbourne e la Camera di Commercio italiana di Melbourne, ha presentato in anteprima la pasta Grani Antichi, prodotta da DaMonte Natural, un azienda agricola a conduzione familiare, con una lunga storia alle spalle.

Nata alla fine dell’800 grazie al bisnonno della famiglia, Cesare, proseguita da nonno Angelo, continuata da papà Dimer, fino ad arrivare ai giorni nostri dove il figlio Stefano custodisce la tradizione contadina della famiglia ma si è adoperato per modernizzare l’azienda, adottando tutti i sani principi della coltura biologica e, dal 2015, del recupero dei cosiddetti grani antichi.

Esiste un acceso dibattito tra i sostenitori di grani antichi perchè più buoni e salutari, e chi sostiene che siano soltanto uno strumento di marketing.

Non esistono ancora risposte del tutto definitive dalle ricerche scientifiche, ma si può dire, senza ombra di dubbio, che i grani antichi sono più salutari perchè prodotti senza l’utilizzo di pesticidi e concimi azotati, e trasformati attraverso una filiera artiginale, qunidi con una lavorazione più lenta, a temperature più basse, che non snaturano i nutrienti, e con un maggior contenuto di sali minerali e vitamine.

I grani antichi, inoltre, sono più digeribili del duramwheat, perché, con un basso tasso di glutine, prevengono le intolleranze, irritano meno l’intestino rispetto ai grani più moderni, e, il che non guasta, sono più buoni e saporiti.

Dopo anni, nel 2019, nasce la DaMonte Natural allo scopo di costruire una filiera completa, che segue tutto il processo produttivo, dai campi al prodotto finito. La prima fase del processo produttivo è la selezione dei semi che devono avere specifiche caratteristiche di certificazione, elevati valori nutritivi, ideonità alla coltivazioni biologiche e capacità di adattamento.  Si procede poi alla coltivazione, la raccolta, la pulizia, e lo stoccaggio.

Ad ogni passaggio vengono eseguite analisi chimiche ed organolettiche, perchè solo i grani che superano i processi di controllo saranno portati ai mulini di pietra per la macinazione. Le farine ottenute, in base alle caratteristiche, verranno destinate alla produzione di panificati, pasta o dolci.

L’attenzione dell’azienda DaMonte Natural per la biodiversità, il continuo aumento dell’inquinamento, l’impoverimento nutrizionale, la contaminazione dei cibi, la poca chiarezza nelle etichette, l’iniqua distribuzione dei profitti e i cambiamenti climatici, non si ferma al prodotto, ma si estende anche al packaging di quest’ultimo, per il quale vengono utilizzati materiali riciclabili a basso impatto ambientale, con i risultati delle analisi, periodicamente eseguite, riportate fedelmente su tutte le confezioni.

Uno dei dubbi sulle paste prodotte con grani antichi, che sono teneri, a differenza delle paste di produzione industriale con grani duri, riguarda la tenuta di cottura, per noi italiani sacrosanta, dato che la pasta va mangiata al dente.

Alla sesta edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo, a Melbourne, Tony Nicolini, del ristorante Italian Artisans, ad Albert Park (che è stato ospite di Sapori: viaggio nel gusto, qualche mese fa), testimonial della pasta Grani Antichi, ha preparato dei portentosi elicoidali al pesto, che non solo erano gustosi, saporiti e buonissimi, ma perfettamente al dente.