WASHINGTON - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parteciperà al vertice in videocollegamento con i leader del G7. La riunione è in calendario mercoledì prossimo. Ad annunciarlo è stato il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, che ospiterà il vertice televisivo. Zelensky parteciperà alla prima parte dell'incontro, ha poi precisato il portavoce del governo giapponese, Hirokazu Matsuno. 

Volodymr Zelensky ha annullato a sorpresa invece la sua partecipazione ad un incontro virtuale con i senatori americani per perorare la causa degli aiuti all'Ucraina. "È successo qualcosa all'ultimo minuto", sono state le criptiche parole del leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer, lo stesso che aveva annunciato il ritorno a Washington, se pure tramite uno schermo, del leader di Kiev. 

I motivi per il quali Zelensky sia stato costretto a cancellare l'incontro possono essere diversi. Ma la preoccupazione di Kiev arriva forte e chiara nella capitale degli Usa: l'Ucraina "rischia di perdere la guerra senza altri aiuti militari statunitensi", è l'allarme del capo staff del presidente ucraino, Andriy Yermak, intervenuto nel pomeriggio ad un incontro del US Institute of Peace a Washington. 

Il forfait di Zelensky può essere dovuto ad un'emergenza sul campo, si tratta pur sempre del presidente di un Paese in guerra, o alla riflessione che, con lo stallo nei negoziati a Capitol Hill sul nuovo pacchetto da 108 miliardi chiesto da Joe Biden, non era il momento giusto per esporsi in prima linea con un nuovo appello.  

Solo un anno fa il presidente ucraino era venuto di persona a Washington, accolto con tutti gli onori alla Casa Bianca e al Congresso. Ma in questi dodici mesi lo scenario è cambiato: la guerra a Gaza ha messo in ombra quella in Ucraina, la Camera Usa è in mano ai repubblicani ostili agli "assegni in bianco" a Kiev e, con le elezioni presidenziali che si avvicinano, Biden ha meno margini di manovra dello scorso anno. 

In questi giorni Zelensky ha inviato oltre al suo capo dello staff, Andriy Yermak, il ministro della Difesa ucraino e lo speaker del parlamento a Capitol Hill per incontrare deputati e senatori. È possibile che siano stati proprio gli esiti di questi colloqui a dissuadere il presidente ucraino e a fargli cambiare programma. 

Non solo, ci sono divisioni anche all'interno del Grand old party tra chi, come il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell, vuole continuare a sostenere Zelensky e chi, come il trumpiano Matt Gaetz, ritiene che, in nome del principio dell'America First, il denaro destinato a Kiev debba essere reindirizzato sulle emergenze interne e accusa l'Europa di essersi adagiata sugli allori americani. 

Il presidente Joe Biden si infuria contro lo stallo al Congresso sui finanziamenti all'Ucraina. "Il mancato sostegno all'Ucraina è assolutamente folle, è contro gli interessi degli Stati Uniti", ha detto il presidente Usa ai giornalisti, come riporta il New York Times, assicurando il suo impegno per rifinanziare il fondo. La promessa di Biden è minacciata dalle profonde divisioni del Congresso su questo tema: i Repubblicani, maggioritari alla Camera dei Rappresentanti, condizionano l'aiuto all'Ucraina a una netta riduzione della politica migratoria americana alla frontiera messicana, cosa che i Democratici rifiutano.  

Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha affermato ieri, durante un viaggio a Città del Messico, come riporta Reuters sul suo sito, che gli Stati Uniti sarebbero "responsabili della sconfitta dell'Ucraina" se il Congresso non riuscisse ad approvare l'ultima richiesta di finanziamenti miliardari dell'amministrazione Biden. Yellen ha detto ai giornalisti che il finanziamento, in particolare per il sostegno al bilancio del governo dell'Ucraina, è "assolutamente essenziale" e una precondizione per mantenere il flusso di sostegno del Fondo monetario internazionale verso l'Ucraina.