BUENOS AIRES – Un tour mondiale che festeggia 40 anni di carriera e che ha il nome di una delle sue canzoni più famose: Overdose d’amore. Non ha avuto dubbi, Zucchero Fornaciari, al momento di sceglierla.
“Si tratta di un tour che tocca diversi Paesi e continenti – spiega in un’intervista a Il Globo –. Ho scelto il nome perché contiene una parola internazionale che tutti conoscono, unita ad amore, parola universale che tutti capiscono. Inoltre si tratta di una canzone contenuta nell’album Oro, incenso e birra, di cui quest’anno ricorre il trentesimo anniversario”.
C’è molto da celebrare, insomma.
Con una trentina di album di successo all’attivo, ci si può permettere di girarsi indietro, ricordando il ragazzo che trionfò al Festival di Castrocaro nel 1981 e l’anno dopo partecipò a Sanremo. Senza vincere.
In compenso, nel 1983, scrisse per Fiordaliso Non voglio mica la luna che si piazzò tra le canzoni finaliste, con cover in tutto il mondo (in particolare nel mercato latino).
Due le tappe argentine, ovviamente sold out (l’8 settembre al Gran Rex di Buenos Aires e il 10 al Broadway di Rosario), dopo il Cile e l’Uruguay, per poi seguire, durante il mese di settembre, in Venezuela, Guatemala, Messico, Perù e Colombia.
Zucchero con Oma Jali sul palco del Gran Rex. (Foto: Chule Valerga)
“Con questa band sono in giro da tre anni, siamo così affiatati che posso permettermi di cambiare la scaletta anche all’ultimo momento” racconta il cantautore, il cui vero nome è Adelmo ed è nato a Reggio Emilia nel 1955.
Ad affiancare Zucchero sono Polo Jones (basso), Kat Dyson (chitarra), Nicola Peruch (tastiere), Adriano Molinari (batteria) e la straordinaria voce, potente e graffiante al tempo stesso, di Oma Jali.
Grazie al calibro dei musicisti e alla sintonia raggiunta, Zucchero può scegliere, sera dopo sera, se dare più spazio alla sua anima rock o a quella blues, come nel caso dello show al Gran Rex, con il teatro praticamente esploso per l’entusiasmo del pubblico.
Il concerto prevede brani degli ultimi due album, D.O.C. (2019) e Zucchero – Sugar Fornaciari (2023), sostanzialmente cover e rimasterizzazioni di alcuni successi. “E ovviamente le canzoni a cui sono più legato, Diamante, Miserere, Senza una donna…”. Brani-simbolo della sua traiettoria artistica e personale.

Il tour festeggia 40 anni di carriera. (Foto: Chule Valerga)
Con Miserere, che risale al 1990, duettò con Luciano Pavarotti in uno dei concerti di beneficenza organizzati dal grande tenore italiano, scomparso nel 2007. Diamante, più intimista, scritta in collaborazione con Francesco De Gregori, è dedicata al ricordo della nonna (Diamante Arduini Fornaciari), al dopoguerra, all’infanzia passata a respirare “l’odore dei granai” nella “bassa” (la Pianura Padana).
È felice, Zucchero, di essere di nuovo in Argentina. “Perché la sento come parte dell’Italia – spiega –. Mi intriga e mi incuriosisce la storia dei migranti, apprezzo la musica… Ho collaborato con Fito Paez. Gli argentini sono caldi, generosi e simpatici”.
