MELBOURNE – La sua rara sensibilità è una delle prime cose che colpisce quando si incontra Matthew Bokan, prima ancora di rimanere stupefatti dalla sua padronanza della lingua italiana, lui che proviene da una famiglia di origine croata. Ha cominciato a sentire l’italiano alle elementari, se ne è innamorato alle superiori e l’ha fatto diventare parte della sua vita all’università.
Un percorso non privo di ostacoli e dubbi, soprattutto per uno studente "sempre alla ricerca della perfezione", come ha ammesso.
Concluso il diploma universitario in italiano presso la Melbourne University lo scorso anno, a Matthew Bokan è stato recentemente consegnato il premio per l’eccellenza della Società Dante Alighieri, che gli ha riconosciuto una delle borse di studio alla memoria del Dr Soccorso Santoro.
“La passione mi ha sempre sostenuto e portato a cercare di perfezionarmi il più possibile. È stato importante e non tanto per il voto, ma per il fatto di aver raggiunto un traguardo, che ho tagliato nonostante i dubbi e le insicurezze. Ricevere questo riconoscimento è stato come sentirmi dire che ho fatto bene”.
Studente di psicologia e di spagnolo, Matthew è assistente linguistico di italiano al Marcellin College, la stessa scuola superiore che ha frequentato, e fa anche volontariato presso l’associazione Lifeline.
C’è stato un momento specifico che Matthew ricorda ancora molto bene, perché ha segnato una svolta nel suo percorso linguistico: “È stato quando, in Anno 10, in classe con la mia insegnante Angela Bottari, ero molto preoccupato di parlare italiano, per paura di sbagliare. Dovevamo fare una presentazione orale di 5 minuti e lei mi ha fatto una domanda molto semplice. Nel risponderle, mi sono reso conto che non avevo tradotto mentalmente dall’inglese. In quell’istante mi sono sentito libero e capace di parlare in una seconda lingua”.
Una passione per la letteratura che l’ha portato ad avventurarsi nella lettura de L’inferno di Dante a 13 anni e ha rappresentato una spinta costante a migliorarsi ed esplorare tanto la lingua, quanto la cultura.
“Ho letto anche cose molto semplici - ha assicurato -, ad esempio Cappuccetto Rosso o le fiabe che amavo da bambino, ad esempio Geronimo e Thea Stilton. Un altro libro che mi ha segnato è In altre parole di Jhumpa Lahiri, una scrittrice americana di origini bengalesi che scrive della sua esperienza di studio dell’italiano. L’Isola di Arturo di Elsa Morante, che ho fatto un po’ di fatica a leggere, anche perché ero in un momento un po’ complicato dal punto di vista personale. Cannoli siciliani di Roberta Corradin, un libro leggero ma con molti dialoghi e infine il libro di Alessandra Celentano Chiamatemi maestra, che la mia docente universitaria non ha approvato”, ha ammesso ridendo.
“Nel libro c’è una citazione bellissima che corrisponde un po' al mio percorso linguistico e dice che ‘la perfezione nella vita non esiste, ma esiste la ricerca di essa’”.
Appassionato di Amici di Maria De Filippi, “anche se è un po’ trash”, lo segue con costanza, soprattutto per come è strutturato il programma e anche perché, ha spiegato, per imparare e mantenere una lingua bisogna cercare di incorporarla nella propria vita”, e allora perché non farlo seguendo i propri interessi. Solo quest’anno Matthew si è avvicinato allo studio del croato, la lingua dei nonni, la cui storia come rifugiati in Italia ha esplorato in uno dei tanti racconti che ha scritto, un altro modo per esprimere il suo talento.
“Come volontario per Lifeline sono stato scelto per tenere un discorso in occasione di una raccolta fondi. In quell’occasione, sono intervenuto per ringraziare i volontari e i donatori e nel preparare il discorso, mi sono reso conto che non sarei potuto salire su quel palco se non fosse stato per l’italiano, che non solo mi ha aiutato a esprimermi meglio in inglese, ma mi ha anche insegnato a essere più sicuro - ha detto -. Lavorare con una lingua ti aiuta a essere molto cosciente del significato delle parole e delle strutture di una lingua e poi ti dà una prospettiva completamente diversa. Spesso quando ho bisogno di valutare una situazione da un punto di vista diverso, comincio a pensare in italiano e accedo a un altro modo di vedere le cose. Ti apre un altro mondo, io non avrei letto certi libri, imparato la storia, guardato certi film. A me ha cambiato la vita”.
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