"Tu vuoi far l’americano, americano, americano, ma sei nato in Italy!”, cantava Renato Carosone. Per molti non italiani amanti del Belpaese, però, questa celebre strofa andrebbe re-interpretata all’inverso.
È il caso di Gill-Gordon Smith, nata e cresciuta nella McLaren Vale da famiglia australiana, ma con un cuore, e una vita, a metà tra Italia e Australia.
Come tanti in quelle parti del South Australia, Gordon-Smith cresce a stretto contatto con famiglie emigrate dallo Stivale. “Ero spesso ospite dei miei vicini, la famiglia Scarpantoni; la loro cucina era senza dubbio molto più interessante di quella dei miei genitori!”, ammette.
Durante gli studi universitari in wine marketing, Gordon-Smith trova impiego presso l’azienda vinicola Settlement Wines, di proprietà di Vincenzo Berlingieri, il quale la introduce all’universo della cultura enogastronoma italiana.
A ventisette anni, decide di dare una svolta alla sua vita diventando hostess di volo della compagnia aerea di bandiera, Qantas. Durante le brevi soste tra un volo e l’altro, la sua innata passione per i vini la spinge a visitare molte cantine vinicole per tutta l’Europa, andando così ad ampliare in maniera esponenziale la sua conoscenza enogastronomica. Nel 2006, data la sua competenza sia nell’educazione che nel marketing del vino, le viene chiesto di contribuire alla creazione del primo programma Qantas Sommelier in the Sky che ad oggi viene gestito dal noto ristoratore Neil Perry e i suoi sommeliers e che vanta numerosi riconoscimenti a livello mondiale.
Dopo vent’anni, trascorsi volando per i cieli di mezzo mondo, Gordon-Smith decide che è giunto il momento di dedicarsi anima e corpo al vino. Tornata nella sua South Australia, oltre alla produzione di vino, nella quale usa uvaggi prettamente italiani come il Montepulciano e Nero d’Avola, apre l’enoteca Fall from Grace ad Aldinga.
L’enoteca diventa ben presto anche una rinomata sede di corsi educativi di vino, nonché la prima, oltre al Prince Wine Store di South Melbourne, ad offrire corsi del WSET – Wine and Spirits Education Trust fino al livello Diploma, considerato il trampolino di lancio per accedere agli studi da Master of Wine-MW.
L’amore per l’enogastronomia italiana non si placa e, oltre a vendere una delle collezioni più interessanti di vini importati dal Belpaese, nel 2016 Gordon-Smith decide di diventare una vera e propria esperta di vino italiano. Applica quindi per il selettivo corso condotto dal VIA – Vinitaly International Academy per diventare un’ambasciatrice di vino italiano.
Il corso si svolge annualmente, da oltre dieci anni; per accedervi, si deve passare un severo scrutinio e completare un primo modulo online. Il secondo modulo, invece, si svolge di persona a Verona, durante cinque giorni fitti di seminari e degustazioni. I sacrifici però non sono vani. A detta di molti professionisti di settore, questo è il programma educativo per eccellenza per diventare rispettati ambasciatori del vino tricolore nel mondo.
“L’esame finale consiste in una degustazione alla cieca di due vini, un questionario a risposta multipla sui diversi tipi di genotipi e fenotipi delle varietà di uva coltivate in Italia, e due temi scritti. Per essere promossa, devi ottenere almeno il 70%. Se vuoi progredire al livello successivo di expert, invece il 90%”, spiega.
Dopo appena due anni, Gordon-Smith riesce a laurearsi anche come expert, andando ad aggiungersi agli altri ventuno in giro il mondo. “Al momento, a livello globale siamo un totale di 385 ambasciatori. L’Australia ne conta dieci, di cui un expert: io”.
Il profondo amore per il vino italiano è così palpabile, anche se centinaia di chilometri di distanza ci separano durante la nostra conversazione telefonica, che sembra di essere tornati a parlare con un esperto di vino, nato e cresciuto tra i filari dello Stivale.
“Penso che la cosa più elettrizzante del panorama vinicolo italiano odierno siano i vini bianchi, nonostante l’Italia abbia una lunga tradizione di produzione di rossi. Il Fiano di Avellino e il Carricante usato nella DOC Etna Bianco sono i miei preferiti in assoluto”.
Gordon-Smith, però, nutre anche un viscerale amore per il lato formativo del vino, tanto da accogliere immediatamente la proposta di collaborazione avanzata dalla stessa direttrice del Vinitaly Verona Fiera e Italian Wine Academy, Stevie Kim. Tramite l’Academy, Gordon-Smith insegna il Livello 3 del WSET a Verona. Gli studenti, per la maggior parte italiani, vengono dai più disparati cammini di vita: alcuni di loro sono scienziati, altri sommeliers, altri ancora dottori. “Siamo l’unica scuola in Italia che, attualmente, ha una squadra di educatori di lingua madre inglese. Il grande lavoro dei miei studenti mi stupisce in continuazione, soprattutto di quelli che non sono di lingua madre inglese. Gli studenti italiani sono sicuramente avvantaggiati dalla loro innata cultura enogastronomica”.
Poiché Gordon-Smith non prende mai niente alla leggera, è tornata all’università per frequentare un post-grad in innovative learning, andando anche a studiare la parte neuroscientifica dell’apprendimento. “Come educatrice, continuare ad imparare è una cosa fondamentale”.
Le straordinarie capacità di insegnamento di Gordon-Smith, forte anche della sua esperienza da produttrice di vino, unite alla grande preparazione tecnica e la costante dedizione, si traducono in una delle più alte percentuali di diplomati di Livello 3 WSET al mondo. “Siamo partiti da un 38% di diplomati, per arrivare ad un 70.5%. E considerando che gli studenti frequentano un corso in una lingua che non è la loro, fanno tutti un ottimo lavoro. Mi fa un enorme piacere essere la loro educatrice, e sicuramente rendono il mio lavoro ancora più entusiasmante”.
Al momento Gordon-Smith trascorre tre mesi all’anno in Italia, dove risiede in una piccola casa che ha acquistato nel profondo Sud della Toscana, a Poggioferro, nella Maremma Grossetana. Anche se il paesino conta poche anime ed è abbastanza isolato, Gordon-Smith apprezza il lento scorrere della sua quotidianità, le lunghe passeggiate nelle strade costeggiate da imponenti cipressi o tempestate da olivi secolari, e le cene con la vicina di casa, che nonostante il poco inglese parlato, l’ha accolta come fosse parte della sua famiglia.
“Lo stile di vita che avete in Italia è molto più rilassato rispetto a quello australiano. Oltrepassando i lunghi tempi decisionali, non solo per quanto riguarda la burocrazia, quando impari a camminare con quel passo, è impossibile non amare la vita in Italia”, confessa, anche se, ammette che la sua parte più metodica ogni tanto si fa sentire. La tranquilla vita da campagna toscana consente a Gordon-Smith di lavorare senza sosta alla creazione di nuovi programmi educativi, con lo scopo di avvicinare il mondo del vino australiano a quello italiano. “Recentemente, abbiamo creato il primo corso sulla regione vinicola della Barossa Valley, in South Australia, che si terrà a Verona nei prossimi mesi. Per questo ho collaborato a stretto contatto con Barossa Grape & Wine. Il corso è stato tradotto in italiano, poiché c’è un crescente interesse verso i vini australiani in Italia”.
Con il cuore perennemente spaccato tra due Paesi distanti tra loro migliaia di chilometri, Gordon-Smith sta lavorando sodo per creare un ponte che possa unire il mondo del vino italiano a quello australiano.