Se è vero che Roma non è stata costruita in un giorno, anche per il marchio Calabria Family Wines, ad oggi uno dei primi 20 produttori più importanti di vino in Australia, ci sono voluti 80 anni per costruire le solide fondamenta di un’azienda di successo, attualmente in mano alla seconda e terza generazione.
Come molte altre storie migratorie, quella di Francesco Calabria inizia nel Sud Italia della fine degli anni ‘20, quando, a malincuore ma spinto dal forte desiderio di garantire un futuro migliore alla sua giovane famiglia, decide di lasciare la patria natìa, la moglie Elisabetta e il figlio Domenico, per viaggiare in solitaria verso la promettente terra dei canguri.
Nel 1927 approda in Riverina, nel NSW, a cui molto spesso si riferisce come la ‘rich land’, la terra fertile, stabilendosi a Griffith. Dopo cinque anni di duro lavoro, riesce finalmente a ricongiungersi con la famiglia in Australia. Seguono poi altri otto figli, dei quali il più giovane, Bill, è ad oggi l’instancabile guida dell’azienda di famiglia.
L’idea di produrre vino, però, non è sempre stata nei piani di Francesco ed Elisabetta, ma nasce piuttosto a seguito della crescente richiesta di vino rosso in un’Australia di inizio anni ‘40, dove si consumavano prevalentemente vini fortificati. Bill lascia la scuola alla giovane età di 14 anni, ed entra in affari con il padre, che già vendeva vino sfuso ai commercianti di Sydney. Nel 1945, l’azienda Calabria viene ufficialmente fondata, e nel 1974 la prima etichetta aziendale viene proposta sul mercato.
Nello stesso anno Bill conosce Lina, convolando a nozze poco dopo. Se a lui va la gestione delle vigne e della cantina, a Lina invece spetta quella di nutrire i braccianti agricoli e tenere alto il morale durante la vendemmia, sotto il cocente sole australiano.

Bill Calabria AM
I loro quattro figli, Andrew, Frank, Michael ed Elisabeth, sono attualmente coinvolti nell’azienda.
I successi della famiglia Calabria, però, raggiungono un momento di stallo temporaneo durante la recessione degli anni ‘80, quando la produzione di vino locale purtroppo raggiunge un plateau. Bill non si dà per vinto e decide di prendersi carico del lavaggio delle bottiglie delle grandi aziende di vino locali, tra cui Mcwilliam’s, ad oggi parte del patrimonio del Calabria Family Wines. “Mio padre non ha mai mollato: voleva semplicemente fare vino di qualità, senza cercare di essere il più grande o il più ricco, ma solo di lasciare un’eredità alla sua famiglia. Il suo motto è sempre stato: “Fai un buon vino, e la gente lo comprerà”, asserisce Andrew Calabria.
La veloce intuizione insieme alla voglia di rimboccarsi le maniche, permettono a Bill di salvare l’azienda e di lanciarla con successo nel decennio successivo, quando il mercato britannico apre le porte ai vini australiani, soprannominati “sunshine in the glass” , perché capaci di un fruttato esplosivo, e generalmente piacevoli al palato inglese, abituato alla birra.
“Siamo orgogliosi della nostra storia e, raggiungere gli 80 anni è un traguardo significativo; è sicuramente un momento per riflettere - ammette Bill Calabria -. Ma non stiamo solo guardando indietro; siamo saldamente concentrati sulla strada davanti a noi. Calabria Family Wines è qui per restare”.
In occasione dell’importante anniversario, Calabria ha tenuto cene in quasi tutte le capitali australiane con clienti di lunga data, oltre a produrre un video-racconto, narrato dalla nipote di Bill, Sophie, sul lungo percorso dell’azienda.
Un percorso che sembra non arrestarsi, dopo l’acquisizione di vigne centenarie nella Barossa Valley, e la conseguente fondazione di una seconda cantina nel 2019. C’è poi il lancio del marchio Belena, che sta riscuotendo molto successo con i suoi Pinot Grigio e Sangiovese, e l’acquisizione di una delle aziende storiche più importanti nell’ambito di vini fortificati, Mcwilliam’s, con la quale stanno portando avanti una produzione di tutto rispetto.
Anche i successi continuano, con riconoscimenti quali l’Halliday Award come Best Sweet Wine con il loro Three Bridges Semillon, e la nomination come finalista all’Halliday Award Winemaker of the Year dell’enologa Emma Norbiato, la prima candidatura ad andare ad una casa produttrice della Riverina, per troppo tempo considerata una regione vinicola di minore importanza dal punto di vista qualitativo.
Vino di qualità, relazioni autentiche, e rispetto per la tradizione sono i capisaldi di una grande famiglia di vini.