FIRENZE - L'Inghilterra è lontana o comunque non è la più vicina e quindi è inutile pensare alla sfida di martedì a Wembley. Francesco Acerbi non ha intenzione di andare oltre alla prima partita di questo doppio impegno azzurro, è concentrato sulla gara di sabato a Bari.

"Pensiamo a Malta, una squadra che vuole giocare a calcio e che anche quando ha perso 2-0 contro di noi ha giocato una buona gara, poi non dimentichiamo che noi siamo andati fuori con la Macedonia - spiega il difensore dell'Inter e della Nazionale -, questo fa capire che la voglia e la determinazione devono essere sempre le stesse, sia con le squadre forti che con quelle meno attrezzate.

Ormai nel calcio di oggi tutte le squadre sono preparate e anche se sei più bravo a livello qualitativo, se non metti la testa rischi di farti male, lo abbiamo provato con la Macedonia e dobbiamo fare in modo che non accada mai più, l'attenzione deve essere massima sempre". Poi martedì ci sarà l'Inghilterra che all'andata vinse.

"Volevano la rivincita dopo aver perso gli Europei nel proprio stadio, anche martedì avranno grandi stimoli, ma sicuramente noi ci faremo trovare pronti". Pronta come lo era l'Italia che nel 2021 vinse l'Europeo, ma che poi si è persa fallendo la qualificazione al Mondiale con Mancini e che adesso è ripartita da Spalletti.

"Quell'eliminazione fu solo colpa nostra, non di questo o quel giocatore che mancava, solo un fatto mentale perchè con tutto il rispetto per la Macedonia noi eravamo più forti", spiega Acerbi, convinto che servano determinati ingredienti per tornare a essere vincenti. "Serve quel pizzico di spensieratezza, è quello che può fare la differenza come è stato agli Europei.

Dopo quel trionfo c'è mancato il ripartire da zero, il cancellare tutto quello che avevamo fatto, il tornare a essere una squadra operaia, non abbiamo vinto l'Europeo da favoriti, eravamo una buona squadra, ma eravamo anche una squadra operaia, dove tutti noi lottavamo per raggiungere il massimo", ha spiegato l'azzurro che, riguarda a Spalletti dice: "Il suo Napoli era una squadra veramente forte, hanno fatto un campionato di altissimo livello, arrivando anche ai quarti di Champions, giocavano bene, a due tocchi, avevano un grandissimo palleggio e hanno meritato lo scudetto.

Qui il mister sta cercando di mettere le sue idee per farci giocare a calcio con un'identità precisa, con la voglia di giocare la palla, giocando con personalità e coraggio. Cerca di inculcare la sua mentalità vincente, il voler fare la partita per cercare di vincere mettendoci dentro determinazione, qualità, sacrificio, coraggio.

Qui ci sono tanti giovani bravi, che vogliono arrivare, devono crescere con la cattiveria di voler dimostrare che sono da Nazionale".

Per Acerbi indossare la maglia azzurra deve essere sempre "un onore e un privilegio. Spalletti fa bene a parlare di attaccamento alla maglia, qui rappresentiamo una nazione intera, il comportamento deve essere esemplare qui e anche altrove, è questo che vuole il mister ed è giusto che sia così. Quando parlo di comportamento esemplare intendo che bisogna sapere come comportarsi per arrivare a certi obiettivi, sapendo che non si gioca a tennis, che non sei solo, ma che lavori con compagni di squadra, con uno staff, quindi devi avere rispetto per te stesso e per tutti gli altri.

Devi avere grandi obiettivi, è necessario per dare il 100%, se non sai quel che vuoi fai fatica a dare il massimo". Un discorso che non ha nulla a che fare con Fagioli, con l'inchiesta riguardante il giocatore della Juventus coinvolto in una vicenda legata a scommesse illegali.

"Ho letto ieri quello che è successo, non sta a me giudicare, tocca ad altre persone occuparsi di queste cose". E' una Nazionale che ha perso leader come Bonucci, Chiellini e altri ancora, ora uno dei giocatori più esperti è proprio Acerbi.

"Sono uno che parla abbastanza in campo, che cerca di dare una mano ai compagni, di mettere ordine quando è necessario, di parlare quando è il momento giusto. Mi sento un vecchietto solo per l'età, cerco di dare l'esempio con l'atteggiamento giusto dentro e fuori dal campo, con la voglia di fare, di mettersi in discussione e di giocare. Poi non sempre servono le parole, servono i fatti, io cerco di essere un esempio sia quando gioco che quando resto fuori".

A Coverciano "c'è un'aria molto serena, l'ambiente è tranquillo, il mister lavora sulle sue idee e noi siamo qui per metterle in pratica", che sui timori dei club per i possibili infortuni dice: "E' normale che sia così, ma la Nazionale deve essere qualcosa che tutti sognano, tutti vorrebbero giocare per l'Italia, i dolorini si possono sopportare, poi dipende: se il giocatore ha paura di farsi male è meglio non convocarlo".