Il sole brillava fuori e dentro la sede del Calabria Club di Bulla, lo scorso 15 giugno. Il calore e la vivacità di questa terra hanno infatti illuminato la spaziosa sede. La passione tradotta non solo nei sapori decisi e genuini della soppressata, del salame piccante e della ’nduja, ma anche nella tanta carne, soprattutto di suino, cucinata sia alla brace sia in sede dalle esperte mani di Lucia Cefalà, con il supporto dell’instancabile Adriana Capodiferro.

“Oggi è una celebrazione multi-variegata perché, da una parte, abbiamo le classi di preparazione di salame, soppressata, pancetta e capocollo, che hanno registrato il tutto esaurito – ci spiega il membro del comitato, Giovanni Butera –. Dall’altra, invece, tanto intrattenimento per i bambini, con il truccabimbi, i videogiochi e gli schermi interattivi per far conoscere la Calabria. E, ovviamente, musica con i Solo Antico e i Viva Cu Sona che andranno in giro per il club con un organetto e un tamburello, per ricreare l’atmosfera tipica delle sagre calabresi”.

Butera ci ha tenuto anche a ringraziare gli sponsor, tra i quali Constante Imports che, per l’occasione, ha messo a disposizione alcuni dei macchinari tipicamente usati per la produzione artigianale del salame.

E mentre parliamo, non possiamo fare a meno di notare la bancarella con i tanti prodotti gastronomici in esposizione: “Queste ‘chicche’ le abbiamo importate dalla Calabria. Abbiamo una serie di sottoli unici, come anche le olive schiacciate, le crocette di fichi, il salamino di fichi. Stiamo cercando di creare un angolo dove la gente possa degustare prodotti autentici e unici, fatti da artigiani calabresi”.

Un’arte di preservare la carne e le verdure rimasta e tramandata oltreoceano, nella comunità italiana di Melbourne, grazie all’instancabile dedizione e passione delle vecchie generazioni, che a loro volta hanno imparato dai propri genitori e nonni. “Penso che il Calabria Club sia un posto speciale perché è gestito da quattordici persone ultraottantenni. Attraverso questi eventi, stiamo cercando di trasferire un po’ di quella saggezza alle generazioni future”. 

Quando chiedo a Butera se le “nuove leve”, anche australiane, mostrino interesse verso questo tipo di eventi comunitari, ci confessa di aver notato che i giovani di oggi trovano maggiore ispirazione nei loro amici, piuttosto che nei loro genitori. E, quando si trovano di fronte a una nuova cultura, ne rimangono affascinati spingendoli, di conseguenza, a riscoprire la propria. “Quindi si innesca un meccanismo nel quale stiamo cercando di inserire i nostri programmi, dove mettiamo in contatto diverse generazioni. In un certo senso, stiamo saltando la seconda generazione, perché quella era la generazione di chi aveva la necessità di integrarsi. Invece, la terza generazione è nata in un mondo molto più multiculturale. I giovani oggi vedono i nonni come una fonte d’ispirazione. Quindi, se riusciamo a tenere saldo questo legame tra nonni e nipoti, abbiamo fatto una cosa straordinaria. Noi ce la stiamo mettendo tutta”. 

E non ci vuole molto per “toccare con mano” quello che Butera intende. Nicholas Musto, membro del comitato del sodalizio calabrese, ci viene presentato, poco dopo, come “il cuore pulsante delle attività del club”. 

Nato a Melbourne, a ventinove anni Musto dimostra una grande padronanza della lingua italiana, tanto da sembrare un nuovo migrante da poco arrivato dal Belpaese. “Sono nato e cresciuto con il dialetto calabrese; poi, nel 2016, mi sono trasferito a Macerata per un anno per motivi di studio. Nel 2019, ho deciso di trasferirmi per qualche anno a Brescia e, durante quel periodo, ho modificato il mio accento spiccatamente calabrese”.

Musto ci parla molto della figura dei nonni, non solo per il loro dialetto con cui è cresciuto, ma anche per la forte passione musicale e l’amore per gli strumenti tradizionali che gli è stata tramandata. Aveva infatti solo undici anni quando la nonna gli regala una fisarmonica che “era più alta di me e facevo un po’ fatica a suonare”. Fino a quando trova l’organetto, più semplice da maneggiare, soprattutto a quell’età. 

“È stato come un colpo di fulmine: mi sono innamorato come Dante con la sua Beatrice. Peccato che, da quando ho iniziato a suonare l’organetto, ho dimenticato tutto della fisarmonica: come suonarla, come muovere le dita. In realtà, è la fisarmonica che adoro di più. L’organetto lo suono, e lo amo, ma la fisarmonica per me è uno strumento di una capacità straordinaria”, sospira Musto, volgendo la sguardo all’abile fisarmonicista Tony Vilella, impegnato sul palco a incantare il pubblico.

E tra una pizza e la super richiesta pasta con salsiccia e broccoli, ci siamo brevemente confrontati con un impegnatissimo Sam Sposato, presidente del Calabria Club, che si è dichiarato “felicissimo di come la sagra si stesse svolgendo” e, soprattutto, del grande coinvolgimento multigenerazionale. Sorprendente, poi, vedere i bambini scegliere la pizza con il salame calabrese, mentre i loro genitori sono ricaduti per l’opzione più sicura – la pizza Margherita.