La prima cosa che si è sentita, entrando nella sala minuziosamente preparata dal comitato del Fogolar Furlan, è stato un odore: inconfondibile, persistente, quasi evocativo. Era l’aria che profumava di stagionatura, di taglieri affollati, di qualcosa che arriva da lontano e che, chissà come, qui riesce a sentirsi a casa.
È stato questo, prima ancora delle parole e dei brindisi, a dare inizio alla ‘Festa del Prosciutto’ e dell’Udinese Calcio.
Quella organizzata dal Fogolar Furlan di Sydney è molto più di una semplice festa gastronomica: è un esercizio di memoria collettiva. È il modo con cui una comunità, partita dai piccoli paesi del Friuli e approdata dall’altra parte del mondo, continua a raccontarsi attraverso ciò che conosce meglio: il cibo, le storie e i legami.
Dopo il benvenuto del maestro di cerimonia Ben Sonego, la giornata si è mossa al ritmo dei piatti, delle chiacchiere tra i tavoli e di un racconto che ha intrecciato la storia di un prodotto celebre, il prosciutto di San Daniele, con quella della comunità che lo ha portato fin qui. “Alla nostra ultima ‘Festa del Prosciutto’ – ha detto Sonego –, ho parlato delle origini di questo prodotto, dalla sua certificazione alla distribuzione mondiale. Ma stavolta vorrei andare oltre: vorrei farvi sentire dentro San Daniele, non solo attraverso il gusto, ma con tutte le sue storie”.
E le storie non sono mancate. C’è quella del vento che soffia dalle Alpi Carniche e si mescola con l’aria del fiume Tagliamento, creando il microclima perfetto per la stagionatura. C’è quella delle antiche popolazioni celtiche che già salavano le carni per conservarle. C’è la voce della sirena che ancora oggi suona due volte al giorno a San Daniele, segnando l’inizio e la fine dei turni nelle aziende. “Un richiamo che parla di lavoro, sì – ha ricordato Sonego –, ma anche di rituali che resistono al tempo e che scandiscono la vita di un’intera comunità”.
Le fette sono arrivate come si deve: sottili, servite a temperatura ambiente, da gustare lentamente. E poi via con i piatti principali, i dolci, i brindisi. Ma a rendere la giornata davvero speciale è stata la presenza delle persone: famiglie intere, vecchi amici, volti noti e nuovi arrivati, tutti raccolti attorno allo stesso tavolo.
Un momento è stato dedicato anche al gruppo locale Calcio Udinese, fondato da membri del club per mantenere viva la passione sportiva che unisce generazioni. “Quì celebriamo anche la fondazione del gruppo Calcio Udinese – ha sottolineato Sonego –, perché la nostra identità non passa solo dai sapori, ma anche da ciò che facciamo insieme, sul campo e fuori”.
Ci sono stati anche ringraziamenti sinceri, come quelli rivolti da Sonego a chi lavora dietro le quinte: “Un grazie a Lidia Gentilini e al suo comitato, al nostro chef Fei, al catering di Jordan e al supporto della Mounties Supervisor. Ma soprattutto grazie a voi: siete voi, con la vostra presenza, a rendere possibile tutto questo”.
La festa ha fatto da preludio all’‘Aria di Festa’ che si tiene a San Daniele del Friuli a fine giugno, una celebrazione che coinvolge l’intero paese con degustazioni, incontri e ospiti da tutt’Italia.
E in un certo senso, il Fogolar Furlan è riuscito a ricreare proprio quell’atmosfera. Come ha scritto la giornalista Martina Di Iorio, citata nel discorso, “arrivando a San Daniele del Friuli si ha la percezione che tutto sia strettamente legato al suo prodotto più conosciuto”.
Nel frattempo, a distanza di circa 16mila chilometri, a Sydney, per un giorno, quella sensazione di comunità, appartenenza a un qualcosa di grande e resistente al tempo è stata palpabile. Verso le cinque del pomeriggio, mentre i tavoli si svuotavano e i saluti si facevano più lenti, era chiaro che la festa non era stata solo un pranzo.
Era stata una dichiarazione d’affetto. Per la terra d’origine, per la comunità costruita qui, per tutto ciò che passa attraverso un gesto semplice: affettare, offrire e condividere.