CANBERRA - Il documento di 20 pagine, redatto da Jillian Segal, inviata speciale per combattere l’antisemitismo, è stato reso pubblico oggi dal primo ministro Anthony Albanese.

Segal ha evidenziato come gli episodi antisemiti siano aumentati del 300% nell’ultimo anno, in stretta connessione con gli sviluppi del conflitto a Gaza. “Questo piano non è simbolico, ma operativo. Definisce priorità, responsabilità e azioni concrete contro l’antisemitismo in scuole, università, media, luoghi di lavoro, spazi pubblici e online”, ha dichiarato Segal.

Tra le raccomandazioni figurano anche: negare l’ingresso in Australia a chi esprime opinioni antisemite, sostenere eventi culturali ebraici e introdurre un’educazione più uniforme sulla storia e le forme moderne di antisemitismo nelle scuole australiane.

Albanese ha assicurato un attento esame del piano e ha ribadito l’impegno del governo affinché i responsabili di atti d’odio vengano perseguiti ai sensi di legge. Albanese ha anche sottolineato che il piano non modifica il sostegno dell’Australia a una soluzione a due Stati per Israele e Palestina, condannando al tempo stesso Hamas come organizzazione terroristica.

Il piano ha ricevuto il sostegno dell’Executive Council of Australian Jewry e dell’opposizione federale, ma è stato respinto dal Jewish Council of Australia. Il direttore Max Kaiser ha criticato il linguaggio vago del documento, sostenendo che “rischia di diventare un piano per silenziare il dissenso piuttosto che promuovere l’inclusione”, ignorando altre forme di odio come l’islamofobia e il razzismo anti-palestinese.

Il piano sarà oggetto di revisione annuale.