MADRID – Almeno 95 persone sono morte – 92 a Valencia, due a Castilla-La Mancha e una nella provincia di Malaga –, molte sono disperse e i danni sono incalcolabili a causa delle inondazioni torrenziali nelle regioni spagnole, una tempesta che potrebbe ora colpire la provincia di Barcellona. Il bilancio delle vittime, che continua a salire, è ancora provvisorio. Il governo spagnolo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale.
Lo stesso esecutivo ha spiegato che attualmente “non può fornire dati ufficiali sui dispersi” per le inondazioni a Valencia e in altre zone dell’est del Paese iberico. Ciò “dimostra la tremenda grandezza di questa tragedia”, ha spiegato il ministro per le Politiche Territoriali, Ángel Víctor Torres, dopo una riunione dell’unità di crisi attivata per gestire l’emergenza.
Le operazioni di soccorso proseguono nel sud e nell’est del Paese, ma sono state ostacolate da linee elettriche abbattute che hanno interrotto l’erogazione di elettricità, nonché da reti telefoniche crollate e strade che rimangono impraticabili. La Comunità di Valencia ha attivato un numero telefonico per segnalare familiari di cui non si hanno notizie, Re Felipe VI di Spagna si è detto “devastato” dalle inondazioni e ha ringraziato i servizi di emergenza “per il lavoro titanico che hanno svolto fin dall’inizio”. Il palazzo reale ha offerto su X “le più sentite condoglianze” alle famiglie delle vittime.
La “priorità assoluta” delle autorità spagnole nella gestione dell’emergenza per le inondazioni a Valencia è quella di “aiutare chi sta ancora cercando i propri cari”, ha detto il premier Pedro Sánchez in una dichiarazione ufficiale dalla Moncloa.
“La Spagna intera piange con tutti voi”, ha aggiunto il leader iberico, “non vi lasceremo soli”. Sánchez ha anche detto che lo Stato si impegnerà ad assistere le popolazioni colpite a “ricostruire le proprie vite il prima possibile”, così come le loro “strade, piazze e ponti”.
Nel frattempo, è già scoppiata la polemica politica sulla gestione dell’emergenza da parte del presidente della regione di Valencia, il popolare Carlos Mazón, accusato di aver sottovalutato la portata dell’alluvione per tutta la giornata. Al centro della polemica i ritardi dell’amministrazione nel comunicare alla popolazione cosa fare per mettersi in salvo. Un primo allarme ‘rosso’ è stato lanciato mercoledì alle 7 da parte dell’autorità meteo nazionale (Aemet).
Ma solo 11 ore dopo, esattamente alle 20,03, quando tutta la zona era già travolta dell’inondazione, è arrivata sui cellulari dei residenti l’invito urgente della Protezione civile a non muoversi in tutta la provincia. E dire che il primo messaggio era già chiarissimo: il meteo parlava di un rischio meteorologico estremo con “fenomeni non abituali di intensità eccezionale e un rischio molto alto per la popolazione”. Parole del tutto ignorate. In quel momento, Monzon, era a una iniziativa di promozione turistica.
Le piogge torrenziali sono state provocate dalla Dana, il fenomeno meteorologico con forti piogge e venti, che si è abbattuto a partire da martedì sulla Spagna. Le violente alluvioni che stanno colpendo il Paese, soprattutto a Sud e a Est, fanno parte dello stesso fenomeno che nelle scorse settimane ha colpito il Nord Italia, e che ora si è spostato più a Ovest.
“Si tratta di una circolazione depressionaria che abbiamo già vissuto sul nostro territorio”, dice all’ANSA Gianni Messeri, meteorologo del Consorzio Lamma tra Consiglio Nazionale delle Ricerche e Regione Toscana: “In pratica, l’aria fredda presente in quota rimane isolata, formando una depressione chiusa, ed è particolarmente pericoloso perché si tratta di un fenomeno stazionario - afferma Messeri - che rimane per lunghi periodi nello stesso luogo, e infatti interesserà le regioni spagnole anche nei prossimi giorni”.