CATANZARO - Non sarà né un medico, né un esperto di amministrazione, a rivestire il ruolo di commissario alla Sanità calabrese, ma un super-poliziotto con una lunga esperienza nel contrasto al crimine organizzato. Un chiaro segnale che dalla lotta alle infiltrazioni delle mafie nella struttura sanitaria partirà quella che da Palazzo Chigi sperano sia una stagione rivoluzionaria per la Calabria.
“Il nuovo commissario per la sanità calabrese è il prefetto Guido Longo. Un uomo delle istituzioni, che ha già operato in Calabria, sempre a difesa della legalità” così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la nomina dopo un Consiglio dei ministri lampo venerdì scorso.
Catanese, una vita trascorsa nell’amministrazione dell’Interno, prima come funzionario, poi come questore ed infine come prefetto, Longo è apparso l’uomo giusto per il fatto di essersi sempre distinto per professionalità e rigore contro qualsiasi forma di violazione della legge e del rispetto delle istituzioni. Il suo ultimo incarico é stato quello di Prefetto di Vibo Valentia, che ha mantenuto fino al 30 maggio del 2018, giorno in cui è andato in pensione. In precedenza aveva svolto il ruolo di questore di Reggio Calabria, Caserta e Palermo. I risultati più brillanti li ha raggiunti proprio a Caserta contro il clan dei “casalesi”, con l’arresto, tra l’altro, del capo assoluto del gruppo, Francesco Schiavone, detto “Sandokan”.
Adesso Longo si troverà ad ingaggiare una battaglia ancora più dura, quella di ricondurre alla legalità ed all’ordine la tanto bistrattata sanità calabrese. “Ho accettato di fare il Commissario per la Sanità - ha detto nella sua prima dichiarazione dopo la nomina - come atto d’amore verso la Calabria, che é la regione in cui mi sono formato professionalmente come funzionario di polizia. Il mio è anche un dovere istituzionale verso il Governo, che mi ha scelto e che ringrazio”.