ADELAIDE - Per mesi si è parlato del rilancio dell’Italian Festival, in una veste nuova, al passo con i tempi. Noto negli anni come “Carnevale”, l’ultima volta si è tenuto a novembre 2017, mentre la prima edizione risale al 1976.
Nel corso del 2019, la comunità italiana si è riunita con l’intento di formare un comitato, per lo più composto da giovani, per rilanciare la tradizione in chiave moderna. L’Italian Festival, secondo il suo nuovo concetto, è stato inaugurato ufficialmente lo scorso 15 novembre presso la Banquet Room dell’Adelaide Festival Centre. All’esclusiva serata sono giunti svariati ospiti d’onore, tra cui il governatore Hieu Van Le, lo speaker della Camera Vincent Tarzia, in rappresentanza del premier Marshall, il leader dell’opposizione Peter Malinauskas, l’on. Jing Lee, l’on. Tony Zappia, l’on. Frank Pangallo, il sindaco di Adelaide Sandy Verschoor, la console Roberta Ronzitti e molti altri.
Nel suo discorso Ben Rillo, chair dell’Italian Festival, ha voluto ringraziare gli sponsor e ha dato il benvenuto a tutti i presenti intervenuti alla serata per “ristrutturare, rivedere, rilanciare la celebrazione della cultura e delle tradizioni italiane in South Australia”.
In apertura ha parlato il governatore Hieu Van Le, che ha sottolineato l’importanza del festival italiano inaugurato nel 1976, non solo per gli italiani, ma per tutti i cittadini del South Australia, che celebrano ogni giorno la multiculturalità e ha destinato un grazie speciale al CIC, che per tanti anni si è fatto carico del festival. Vince Tarzia ha rappresentato il premier Marshall e ha ricordato il passato del Carnevale, felice che una manifestazione così importante che “dal 1976 ha portato il meglio di tutto ciò che è italiano”, sia stata rilanciata, ricordando inoltre che negli ultimi 43 anni non ci sono eventi che abbiano raccolto un tale successo. Secondo le parole di Tarzia, la leadership e il contributo dei predecessori hanno fatto da ispirazione al rilancio del festival di oggi.
Malinauskas è intervenuto riconoscendo il ruolo della comunità italiana del South Australia come “uno dei motori del multiculturalismo dello Stato”: “Questo è misurabile considerando il contributo che gli italiani hanno dato alla vita economica, sociale e culturale dello Stato”, ha aggiunto.
Il sindaco di Adelaide, Verschoor, ha ribadito il pensiero dei colleghi definendo il Carnevale “un esempio vivente del successo del multiculturalismo”.
La console Roberta Ronzitti si è detta orgogliosa non solo del fatto che il Consolato abbia dato il patrocinio all’evento, ma anche del nuovo format dell’Italian Festival, che vuole riunire le prime e le ultime generazioni: negli ultimi anni infatti sono arrivati in South Australia molti italiani altamente qualificati, che non solo hanno portato cibo, moda e sport, ma anche innovazione, in campi come la medicina, la scienza, lo spazio e molto altro.
Il nuovo Italian Festival vuole quindi dare una prospettiva attuale dell’Italia e del meglio che ha da offrire. Ronzitti ha concluso ringraziando Ben Rillo e tutto il suo comitato.
L’ultimo intervento è stato a cura di Penny McAuley, a capo del SALA Festival, che ha avuto solo parole di ammirazione per l’Italia, soprattutto per il suo lato artistico.
Inoltre, per onorare il rilancio dell’Italian Festival, il Parlamento e l’Adelaide Oval si sono straordinariamente illuminati con i colori della bandiera italiana.
Il giorno successivo, appuntamento presso la cattedrale cattolica St Francis Xavier, per celebrare una Messa in onore ai migranti italiani e ai loro sacrifici. Presenti numerose associazioni comunitarie con i loro rappresentanti. La Messa è stata cantata sia dal coro della chiesa che dall’Italian Choral & Arts Society, che hanno contribuito a rendere più toccante l’intera cerimonia.
La Messa è stata celebrata, per lo più in inglese, da padre Peter Zwaas, in onore di madre Francesca Saverio Cabrini, religiosa e missionaria italiana, nata nelle campagne lombarde, a S. Angelo Lodigiano, nel 1850, e naturalizzata statunitense. Madre Cabrini ha fondato la Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore; è la prima cittadina statunitense a essere stata proclamata Santa nel 1946 ed è patrona dei migranti, avendo vissuto a stretto contatto con la comunità italiana presente negli Stati Uniti, accogliendone fatiche e sentimenti e dandole conforto.
Conclusa la Messa, si sono tutti recati al piazzale adiacente alla chiesa, per tanta sana musica, danza, cibo, buon vino e ottima compagnia.
In attesa della prima edizione dell’Italian Festival a novembre 2020, che promette già faville.
EMMA LUXARDO