PARIGI - La delusione è inevitabile. Prima l’inizio in affanno, poi la rimonta e quell’ultima stoccata contestata che ha di fatto sancito l’eliminazione ai quarti di finale del torneo olimpico per Arianna Errigo.

La fiorettista azzurra però non vuole parlare di decisioni arbitrali: “È ovvio che non era il risultato che speravo, è stata una giornata complicata come tutte, alle Olimpiadi non è mai una giornata semplice, nei momenti decisivi l'ho sempre rincorsa, nell'ultima stoccata non sono d’accordo, ma il mio sport è anche questo, ho sbagliato ad arrivare 14-14, con la decisione in mano all’arbitro può accadere questo, purtroppo non è andata bene”.

A caldo le emozioni si sono mescolate tra loro, tra le lacrime della Errigo, che nel frattempo consolava anche la compagna di squadra Martina Favaretto, ci sono anche tutti i sacrifici fatti per arrivare a Parigi da portabandiera: “Non voglio essere triste, sono dispiaciuta, però sono alla mia quarta Olimpiade so quanta fatica ho fatto per essere qui dopo un anno e quattro mesi dalla nascita dei miei figli, non posso essere triste. Sono qui da portabandiera, è la cosa più bella a cui un’atleta possa aspirare, sono emozionata, è bellissimo che ancora a 36 anni posso provare ancora queste emozioni”.

Dispiacere sì, ma la maturità si è notata in ogni parola della fiorettista azzurra: “Col passare delle Olimpiadi ho capito che non è semplice vincerla, mia mamma mi ha detto 'Con un oro olimpico non saresti un'atleta migliore. È solo un palmares, tu sei forte punto'. Mi ha alleggerito”.

Dopo la doppia eliminazione, con la Favaretto estromessa dalla canadese Harvey, le due azzurre torneranno in pedana per la prova a squadre (giovedì 1 agosto): “Arriviamo da Tokyo, un bronzo che c’è stato strettissimo. Qui siamo convinte del nostro potenziale, siamo una squadra fortissima, cercheremo di sostenerci e di portare a casa la medaglia più importante”.