In una giornata invernale dalle sembianze primaverili, l’Associazione Vicentini nel Mondo di Melbourne si è riunita per celebrare l’anniversario dei 41 anni dalla fondazione del sodalizio in Australia, questa volta omaggiando lo straordinario numero di ultranovantenni che ancora sono parte attiva del club. 

Difatti, l’associazione ne vanta ben venti, un gruppo solido e sempre pronto a passare qualche ora in ottima compagnia; la più anziana, la signora Irolina Pavan, ha ben 96 anni. Non abbiamo potuto fare a meno di chiederle quale sia il segreto della sua longevità, e di una costante presenza e voglia di divertirsi ancora, nonostante tutto. “L’importante è andare d’accordo con la famiglia, avere dei buoni amici e rispettare tutti”, ci confessa sorridendo amichevolmente.

La signora Pavan è socia di lunga data, oltre che residente di Bulleen, e per lei il Veneto Club è sempre stato come una seconda casa: “Un tempo non mancavo a nessun sabato sera al club. Partecipavo agli eventi danzanti con mio marito e mia cugina, ci piaceva molto ballare. Poi, una volta che se ne sono andati, tutto è passato. Adesso c’è mia cognata che mi passa a prendere a casa quando ci sono queste occasioni a pranzo, a cui mi fa molto piacere prendere parte”. 

Il vicepresidente del sodalizio, Dionisio Sandonà, ci ha informati che, dato il notevole numero di soci di lunga data, l’associazione ha deciso di donare a ognuno di loro una bottiglia di spumante, oltre a una dedica particolare. Sandonà ha infatti dato lettura alla storia dei primi veneti emigrati a Melbourne, molti dei quali avevano precedentemente provato a ricostruirsi una vita in Brasile.

Tirando le somme della giornata, il tutto mentre impegnato a servire la necessaria grappa per correggere il caffè a fine di un lauto pranzo di risotto ai funghi porcini, involtini di pollo e barramundi, Sandonà si è ritenuto molto soddisfatto. “I vicentini hanno la fama di essere di bocca molto delicata, però tutti hanno apprezzato il menù di oggi, soprattutto gli involtini”.

Abbiamo poi scambiato due parole in terrazza con il presidente, Sergio Povolo, mentre osservavamo divertiti i campi da calcio gremiti di piccoli aspiranti calciatori.

“Ho parecchie idee e progetti in cantiere per il prossimo anno. È necessario, poiché il nostro sodalizio si sta restringendo visibilmente. Mi piacerebbe portare un nuovo concetto di festa. Solo nella provincia di Vicenza contiamo ben 112 Comuni. Sarebbe bello celebrarli in un grande evento comunitario e coinvolgere anche la radio”. 

Povolo è sembrato molto speranzoso e ambizioso pensando al futuro della sua associazione. Ci ha poi raccontato di una festa paesana veneta che ha oltre due secoli di storia. La ‘Chiamata di marzo’, che viene celebrata durante la serata dell’ultimo giorno di febbraio e vede gli abitanti del paese andare in giro battendo su dei bidoni (in dialetto bandoti, ndr) per invocare l’arrivo del mese primaverile e porre così fine all’inverno. Una ricca tradizione che ha sempre visto sfilare pastori, mandriani, contadini, abbigliati con fogge e costumi stravaganti, per le strade del villaggio, in una manifestazione tanto chiassosa quanto euforica, spinti dalla gioia di poter finalmente uscire di casa dopo lunghi mesi di rigido freddo.

“Mi piacerebbe portare qualcosa di simile anche qui. Il prossimo anno andrò in Veneto per vederla da vicino. E poi, chissà!”.