ANKARA – Un attacco attribuito dal governo turco all’organizzazione terroristica separatista curda Pkk ha colpito la sede dell’agenzia aerospaziale turca Tusas nella capitale Ankara, causando cinque morti e 22 feriti. L’attacco arriva proprio quando il governo e il Parlamento turco hanno aperto a un nuovo processo di pace che porti alla fine delle ostilità tra Turchia e Pkk.

Un commando formato da tre terroristi, fra i quali una donna, ha attaccato la sede e centro di produzione della punta di diamante dell’industria della Difesa turca, un settore in ascesa su cui il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha scommesso, per regalare al proprio Paese l’indipendenza negli armamenti. Dalle immagini diffuse si vedono due dei tre terroristi, fra cui una donna, scendere con armi automatiche e zaini da un taxi che viene poi fatto esplodere. In altre immagini si vedono le forze speciali turche che vengono dispiegate sul luogo dell’attacco da un elicottero.

A lungo incerta è stata la matrice dell’attacco, ma in serata il ministro della Difesa ha accusato il Pkk. Erdogan ha poi ribadito la tolleranza zero nei confronti di qualsiasi forma di terrorismo e promesso che l’attacco non fermerà la Turchia. “Nessuno dubiti, le sporche mani di chi ci attacca saranno spezzate; nessuna organizzazione terroristica o gruppo occulto riuscirà a raggiungere i propri obiettivi”, ha dichiarato Erdogan che ha porto le condoglianze alle famiglie delle vittime.  Il ministero della Difesa turco ha annunciato di aver colpito “32 obiettivi del Pkk e dei suoi alleati nel Nord dell’Iraq e in Siria”, dopo l’attentato all’Industria aerospaziale turca che il governo ha attribuito al Partito curdo dei lavoratori.

“In conformità con i nostri diritti di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, è stata condotta un’operazione aerea contro obiettivi terroristici nel nord dell’Iraq e in Siria: un totale di 32 obiettivi appartenenti ai terroristi sono stati distrutti con successo”, riferisce il Ministero in una nota, precisando che le “operazioni aeree continuano”.

“Notizie profondamente preoccupanti di morti e feriti ad Ankara. La Nato è con il nostro alleato Turchia. Condanniamo fermamente il terrorismo in tutte le sue forme e stiamo monitorando attentamente gli sviluppi”, ha scritto su X il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Mark Rutte. “Ho appena parlato con il presidente Recep Tayyip Erdogan in merito all’attacco terroristico ad Ankara. Il mio messaggio è stato chiaro: la Nato sta con la Turchia”, ha comunicato ancora Rutte in un secondo post su X.

Il presidente russo Vladimir Putin ha aperto l’incontro bilaterale con quello turco Recep Tayyip Erdogan a Kazan facendogli le condoglianze per l’attacco terroristico di Ankara. “Condanniamo qualunque azione di questo tipo, qualunque sia la motivazione”, ha affermato Putin. “Non faremo mai un passo indietro dall’industria della difesa e dal percorso della mossa tecnologica nazionale. La mossa tecnologica nazionale e il l’industria della difesa nazionale è la chiave per una Turchia pienamente indipendente”, ha detto il ministro dell’Industria e della Tecnologia Mehmet Fatih KacÕr, commentando l’attacco terroristico. 

Intanto la Procura generale di Ankara ha aperto un’indagine sull’attacco e nominato nove procuratori per far luce innanzitutto sulla matrice. L’attacco per il quale è additato il Pkk arriva dopo che il partito ultranazionalista Mhp, alleato di Erdogan, ha dichiarato di essere pronto a un dialogo con il leader Abdullah Ocalan, in carcere dal 1999, con l’obiettivo di mettere la parola fine a un conflitto iniziato nel 1984 e costato la vita a più di 45mila persone. Il governo ha messo come condizione che Ocalan sciolga il Pkk; l’attentato si inserisce in questo quadro e potrebbe minare questo delicato processo.

Poche ore dopo l’attentato, dopo anni di silenzio Ocalan è tornato a parlare. “Se ci sono le giuste condizioni, ho il potere teorico e pratico per spostare questo processo dal terreno del conflitto e della violenza al piano legale e politico”, ha detto il leader 75enne che ha passato gli ultimi 25 anni della sua vita in prigione e ha potuto inviare questo messaggio dopo avere ricevuto in carcere un suo parente e deputato del partito filocurdo dem, la terza forza più rappresentata nel Parlamento turco, prima visita ricevuta dal 2020.