SYDNEY – Le immagini di balene imbrigliate nelle reti da pesca stanno diventando sempre più comuni.
Andrew Marshall, addetto del Marine Wildlife Project e Wildlife Service del NSW, ha detto che tra maggio e settembre ci sono stati 35 casi di balene imbrigliate al largo della costa del New South Wales. Di queste 35 balene, solo alcune sono state soccorse.
“I cetacei restano imbrigliati nelle corde usate dai pescatori per trascinare le reti sul fondale marino. Questo impedisce alle balene di muoversi e nutrirsi”.
“Quando riusciamo a soccorrere una balena imbrigliata, ci sono buone probabilità che riusciremo a liberarla, posto che l’animale sia ancora in vita e le condizioni del mare siano favorevoli”.
“Quest’anno – continua Marshall –, i ritardi nelle segnalazioni hanno reso i soccorsi più difficili. A questo si sono aggiunte le condizioni del mare, spesso troppo ostili per tentare un soccorso”.
“Lo scorso weekend, per esempio, due megattere imbrigliate sono state segnalate al largo della costa nord del New South Wales, vicino a Scotts Head, ma le condizioni del mare non ci hanno permesso di intervenire tempestivamente”.
“Il soccorso – spiega Marshall – viene effettuato a bordo di un gommone di 3-4 metri. È un’imbarcazione molto veloce ma anche molto instabile”.
“A questo si aggiunge il fatto che il comportamento di un cetaceo impaurito è assolutamente imprevedibile. Ci sono state almeno tre casi in cui i soccorritori che stavano aiutando una balena imbrigliata sono annegati”.
L’aumento delle megattere, pur essendo un dato positivo, ha portato all’aumento dei casi di imbrigliamento.
Ma c’è un altro problema: le tecniche di pesca attualmente in uso non tengono conto del fatto che la popolazione cetacea è in costante aumento. “Per questo – aggiunge Marshall – sono necessari dei cambiamenti sostanziali nelle tecniche di pesca”.