MELBOURNE – Ben Shelton accarezza l’impresa per un set ma Jannik Sinner non è il numero uno del mondo per caso. Con una prova da veterano, il campione azzurro doma l’esuberante statunitense sul cemento della Rod Laver Arena e domenica proverà a iscrivere il suo nome nell’albo d'oro degli Australian Open per il secondo anno di fila, Alexander Zverev permettendo.
Dopo aver travolto il povero De Minaur ai quarti, Jannik ha trovato sulla sua strada un rivale più tosto, per quanto già battuto negli ultimi quattro confronti: Shelton, che lungo il cammino aveva già collezionato gli scalpi di Musetti e Sonego, si batte come può ma alla lunga crolla, 7-6(2) 6-2 6-2 in due ore e 36 minuti di gioco.
Jannik fatica un po’ a prendere subito le misure al rivale, perdendo la battuta al primo game. Paziente negli scambi e in crescita al servizio, riporta il match sui binari giusti e mette in campo tutta la maturità del campione nel dodicesimo gioco quando, con l’americano al servizio sul 6-5 dopo un nuovo break, annulla due set-point. Lì mentalmente Shelton accusa il colpo e nel successivo tie-break sbaglia di tutto sotto la pressione esercitata dai colpi di Sinner: 7-2 e semifinale che svolta.
Nei successivi due parziali l’americano trova solo a sprazzi la verve vista all’alba del match e Sinner può staccare il biglietto per la sua terza finale Slam dopo il trionfo di un anno fa sempre a Melbourne e il successo agli ultimi Us Open. “Il primo set è stato molto duro e cruciale, non so nemmeno come sono riuscito a cambire le cose - ha confessato - Ma mi ha dato fiducia: entrambi eravamo un po’ tesi e sono soddisfatto per come ho gestito le emozioni. Sono felice di essere di nuovo in finale. L’intervento del fisioterapista nel terzo parziale? C’era tensione, avevo qualche piccolo crampo ma credo che anche lui stesse soffrendo. Ho cercato di muoverlo il più possibile e di essere aggressivo, queste partite possono allungarsi e sono felice di averla chiusa in tre set”.
Tre anni fa, proprio dopo Melbourne, Sinner decise di affidarsi a Simone Vagnozzi e poi Darren Cahill, con quest’ultimo che lascerà il circuito a fine anno. “Sono felice che abbiamo un’altra chance di lottare per il titolo. La stagione è ancora lunga e cercheremo di iniziarla alla grande”. Domenica troverà dall’altra parte della rete Zverev, che nell’altra semifinale ha vinto il primo set al tie-break (7-5) prima che Novak Djokovic fosse costretto al ritiro per il problema muscolare alla coscia sinistra che lo aveva già condizionato contro Alcaraz (“Ci ho provato ma non potevo continuare”, il rammarico del serbo).
Il 27enne tedesco è avanti 4-2 nei precedenti con Sinner che però si è aggiudicato l’ultima sfida, la semifinale di Cincinnati nella scorsa stagione. Zverev - pure lui alla terza finale in un Major dopo quelle perse agli Us Open 2020 con Thiem e al Roland Garros 2024 con Alcaraz - a livello Slam è avanti invece 2-1: entrambe le vittorie sono arrivate sul cemento newyorkese (2021 e 2023) mentre Sinner si è imposto a Parigi nel 2020. “Sarà una partita difficilissima, con lui tutti i match sono stati equilibrati, tutto può succedere - chiosa l’azzurro – E’ un giocatore incredibile, è a caccia del suo primo Slam e ci sarà grande tensione ma è bello essere in questa posizione. Domenica sarà una giornata speciale e me la godrò, speriamo sia un bel match”.
Domani, intanto, tocca al doppio azzurro formato da Simone Bolelli e Andrea Vavassori provare a prendersi la “rivincita” dopo la finale persa dodici mesi fa: i rivali stavolta saranno il finlandese Harri Heliovaara e il britannico Henry Patten. Prima, però, l’ultimo atto del torneo femminile con Madison Keys chiamata a sovvertire il pronostico contro la numero uno del mondo e campionessa delle ultime due edizioni, Aryna Sabalenka.