È stato sufficiente un gol di Frattesi - a segno in nazionale per la quinta volta - per far gridare ad una resurrezione. Ma quale resurrezione? Ci sono volute 3 parate di Donnarumma per evitare la beffa dopo gli svarioni di Calafiori e Di Marco, con la differenza che il centrale lanciato da Thiago Motta s’è subito riscattato, mentre l’esterno di Simone Inzaghi ha passeggiato quasi fosse un turista senza meta. Mai visto così male. Che sia a rischio? Sopra la sufficienza Scamacca che, pur avendo mancato due occasioni, ha fatto reparto da solo, e Frattesi, il migliore dei centrocampisti a inserirsi in fase offensiva. Bene anche Jorginho, Fagioli, Buongiorno e Cambiaso. Ma nessuno che abbia impreziosito il proprio rendimento con giocate fuori dalla linea sottile della banalità.

E poi. Spalletti non ha ancora battezzato modulo e formazione, come talvolta accade in assenza di campioni. Eppure, le sperimentazioni sono finite. Se intende giocare con la retroguardia a 3, ricalchi le idee di Inzaghi con una formazione che potrebbe somigliare a questa: Donnarumma; Darmian, Bastoni, Buongiorno; Di Lorenzo o Cambiaso, Barella, Jorginho, Frattesi o Pellegrini, Di Marco; Scamacca, Chiesa. Con Frattesi o Pellegrini pronti a inserirsi in fase d’attacco. Altrimenti giochi a 4 in difesa. Ma si decida perché la scelta condiziona il resto della squadra. Il punto interrogativo è legato alle condizioni di Barella, in ripresa dall’infortunio muscolare. Al suo posto, eventualmente, Fagioli, reduce dalla squalifica per scommesse.

Il tecnico, nato a Certaldo come Boccaccio, potrebbe prendere spunto da una affermazione del poeta divenuto famoso soprattutto con il Decamerone: “Per emergere, per conquistare il proprio posto nel mondo e per raggiungere la felicità, bisogna essere abili o astuti”. Secondo il Boccaccio la virtù sta nel sapere sfruttare le situazioni attraverso la conoscenza del prossimo. Pare un dettato calcistico. Una cosa è ineluttabile. Bisogna far bene all’esordio con l’Albania, innanzi tutto per acquisire autostima e poi per affrontare con personalità Spagna e Croazia che ci precedono nel ranking Uefa. Al turno successivo passeranno le prime 2 di ogni girone oltre alle migliori 4 nazionali classificatesi al terzo posto. Per gli azzurri una scalata mica facile a cominciare dal primo colle. Nella nazionale albanese troveremo vecchie e giovani conoscenze come Berisha, Djimsiti, Hysaj, Ismajli, Ramadani e Asllani. Il tutto condito dalle idee del ct Sylvinho. E poco importa se le Aquile si trovano al 66simo posto. Morale: ci avviciniamo da campioni uscenti all’Europeo con moderata fiducia e tanta preoccupazione. A Spalletti e ai giocatori il compito di regalarci le gioie smarrite.