CANBERRA - Secondo Bandt, l’accordo pone un “enorme bersaglio” sulla schiena dell’Australia e mette il paese a rischio di attacchi di potenze ostili agli Stati Uniti.
I Verdi si sono sempre opposti al piano AUKUS di una flotta di sommergibili nucleari, il cui costo viene stimato in 368 miliardi di dollari. Inoltre, Bandt ha sottolineato che i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti rappresentano un “campanello d’allarme” che impone di ripensare la relazione con Washington.
“Dobbiamo uscire da AUKUS. Ora non è il momento di legare il destino dell’Australia a Donald Trump. Questo accordo non solo mette il nostro paese in pericolo, ma comporta anche una spesa enorme per sommergibili che potrebbero non arrivare mai”, ha dichiarato Bandt ospite di ABC Radio.
Il primo ministro Anthony Albanese ha già escluso l’ipotesi di abbandonare AUKUS in risposta ai dazi statunitensi, definendo l’accordo “vantaggioso per l’Australia”. Il patto prevede la consegna di otto nuovi sottomarini nucleari basati su un progetto britannico e con tecnologia americana, con la consegna delle prime cinque unità prevista per la metà degli anni 2050.
Il governo australiano aveva tentato di ottenere un’esenzione dalle nuove tariffe del 25% su acciaio e alluminio, ma la Casa Bianca ha confermato che nessun paese sarà risparmiato. Albanese ha definito la decisione “non amichevole” e “ingiustificata”, ma ha escluso una ritorsione tariffaria, puntando invece su incentivi per il consumo di prodotti locali.
L’opposizione accusa il governo di non aver fatto abbastanza per ottenere un’esenzione, mentre il leader dell’opposizione, Peter Dutton, se dovesse vincere le prossime elezioni, sostiene di poter negoziare un accordo con Trump.
Nel corso dell’intervista, Bandt ha ribadito la sua volontà di stringere un’alleanza di governo con i laburisti nel caso, al momento probabile, di una formazione di un governo di minoranza uscito dalle prossime elezioni.