PARMA - Prosegue la marcia di avvicinamento dell’Italia di Luciano Spalletti verso Euro2024, a poco più di una settimana dalla gara d’esordio che vedrà gli azzurri sfidare il prossimo 15 giugno l’Albania al Signal Iduna Park di Dortmund.

A scandire l’attesa per l'inizio della manifestazione che vedrà l’Italia difendere il titolo di campione in carica, il Festival della Serie A, che nella tre giorni di Parma sta dando voce ai protagonisti del panorama calcistico italiano e non solo.

Tra questi, anche Gianluigi Buffon, ex numero uno della Nazionale e attuale capo delegazione azzurro, che ha fatto il punto proprio sulla condizione dei ventisei convocati che prenderanno parte alla fase finale dell'Europeo, nel gruppo di ferro che vedrà l’Italia sfidare - oltre all’Albania - Spagna e Croazia. “La prima partita delle grandi competizioni è sempre la più complicata, poiché l’inizio di qualcosa di nuovo - ha detto Buffon rispetto alla gara d’esordio -. In molti non hanno mai giocato un Europeo o un torneo di una così tanta importanza, per questo l'aspetto emotivo giocherà un ruolo fondamentale”. Coinvolgimento emotivo sì, ma nessuna mancanza di fiducia per quanto riguarda i valori del gruppo e gli obiettivi preposti, anche di fronte a squadre potenzialmente meglio attrezzate degli azzurri.

“Sulla carta siamo una nazionale che ha l’ambizione di poter arrivare fino in fondo e primeggiare - ha proseguito l’ex portiere della Juventus -, ed è già solo questo un aspetto che ci deve dare forza dal punto di vista della fiducia. È chiaro che squadre come Francia, Inghilterra e Spagna possano avere qualcosa in più. Meno la Germania, che ha tanti alti e bassi e va ancora compresa come rosa. Spesso e volentieri - ha confessato -, quando l'Italia parte in pole position fa brutte figure, mentre essendo più in sordina riusciamo quasi sempre a fare bene”.

Un progetto che ha nel commissario tecnico Luciano Spalletti il suo punto cardine, “il leader Massimo”, come lo ha definito lo stesso Buffon, che ha poi passato la parola sul tema a Gabriele Gravina, presidente della Figc e colui il quale è riuscito a portare sulla panchina della Nazionale proprio l’ex allenatore del Napoli: “Spalletti è una persona straordinaria, un professionista che si dedica in maniera esagerata all’etica del lavoro - ha esordito il numero uno della Federcalcio -. Lui, da quando ha firmato in bianco il nostro contratto, respira tutti i giorni l’azzurro. È una persona di grande capacità e aggregazione, trasmette sicurezza e certezze - ha proseguito -. Le sue indicazioni sono volte a comprendere la passione di giocare a calcio, per questo è l’allenatore ideale per la Nazionale”.

“In questo momento è il nostro punto di riferimento, quell’atteggiamento che ha verso la squadra e verso la modalità di preparazione del grande evento è una caratteristica che, se dovesse essere trasferita bene anche alla squadra, ci potrebbe far togliere grandi soddisfazioni”, aggiunge Gravina.

Sono diverse, infatti, le soddisfazioni che l’Italia potrebbe togliersi in questo Europeo, ben oltre la difesa del titolo conquistato dal gruppo allora allenato da Roberto Mancini: “Sarò contento alla fine dell’Europeo se l’Italia sarà stata in grado di conservare e alimentare la passione dei tifosi italiani - ha detto ancora Gravina -. La vittoria è certamente un obiettivo, ma personalmente preferisco il percorso che ti porta a raggiungere un risultato finale, per il quale non basta il campo, ma anche l’allineamento di altri fattori. Chi ha pescato l’Italia deve essere consapevole di aver avuto il sorteggio peggiore possibile”.

“Obiettivo minimo? Non puoi saperlo finché non sei in campo. Nel 2016 - ribatte Buffon parlando dell’Italia allenata da Antonio Conte - ci capitò di essere una delle nazionali che più hanno commosso i propri tifosi. Siamo arrivati primi nel girone e incontrammo poi le peggiori, come Spagna e Germania. Non si possono fare valutazioni finché non sei in prossimità delle partite, bisogna proseguire nel percorso partita dopo partita”.