ROMA - L’agenda del ministro dello Sport è talmente fitta, dall’emergenza energetica all’Europeo di calcio del 2032, passando per il nuovo ad di Milano-Cortina, da trasformarsi in una serie di documenti e fascicoli aperti sul tavolo del suo nuovo ufficio, a pochi passi dal Quirinale. Eppure questo nuovo percorso Andrea Abodi ha voluto inaugurarlo con il rumorosissimo caso della ginnastica: le denunce di Corradini, Basta e Galtarossa, seguite da centinaia di segnalazioni sui social e da esposti arrivati anche alla Questura di Brescia, hanno squarciato il velo del silenzio, portando all’attenzione dell’opinione pubblica (e quindi della politica) una questione non più rinviabile, cioè la salvaguardia delle atlete vittime di abusi e violenze verbali. 

Nella prima uscita da ministro dopo il giuramento del nuovo governo Meloni, Abodi ha ospitato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e il numero uno della Federginnastica, Gherardo Tecchi. Poi ha tenuto una conferenza stampa chiarificatrice, durante la quale ha subito precisato che “per me basta un caso per avere la stessa attenzione di centomila casi. Le medaglie sono un fattore di orgoglio nazionale, ma non ci sarà mai una medaglia che coprirà comportamenti non adeguati. Siamo praticanti di valori, non predicatori”.
“C’è un tribunale ordinario a Brescia e uno federale prontamente sollecitati - ha aggiunto, parlando dell’importanza di attivare subito gli organi competenti -. Quello che emerge andrà valutato, di sicuro il confine tra il rigore e lo sconfinamento è una linea sottile. L’allenamento della ginnastica presuppone una preparazione fisica di un certo tipo. Ma le cose bisogna dirle agli atleti nel modo giusto, altrimenti si va oltre”.

 Tutti concordi nel condannare questi limiti evidentemente superati dai tecnici (da accertare le responsabilità), sui quali la federazione stessa ha avviato un’inchiesta interna coinvolgendo la procura federale e il safeguarding officer, un ufficio creato 6 mesi fa con l’obiettivo di prevenire discriminazioni, bullismo, cyberbullismo, coercizioni, soprusi, molestie, abusi sessuali, maltrattamenti e violenze. Sul caso della ginnastica, il presidente del Coni ha parlato dell’importanza di “salvaguardare gli atleti”, riconoscendo però il lavoro svolto dalla FGI nel corso degli anni. E questo impegno lo ha difeso, per evitare che si inneschi una vera e propria macchina del fango sulla struttura guidata da Tecchi: “Parliamo di un movimento con diverse centinaia di migliaia di tesserati, con la ritmica che rappresenta il fiore all’occhiello del sistema sportivo italiano. Giusto fare chiarezza e verificare tutto, ma il movimento è sano, serio e rispettoso delle regole. Ho sentito la dt Maccarani per avere la sua opinione, lei è membro di Giunta e rappresenta tutti i tecnici italiani. È l’allenatrice più vincente nella storia sportiva del Paese e di persone serie e belle come lei ne ho incontrate poche”. 

Il modello del Safeguarding Officer “è stato copiato da molte federazioni” ha aggiunto Malagò, mentre Tecchi ha già fissato il calendario dei prossimi giorni. Ad esempio, le ragazze che hanno denunciato il “metodo” (pressioni psicologiche, accuse di essere in sovrappeso, umilianti “prove bilancia” ripetute più volte al giorno, assunzione di lassativi per dimagrire e tanto altro) verranno ascoltate dalla procura federale. “Credo in quello che hanno detto le ragazze - le parole di Tecchi - voglio che queste cose siano sistemate e che l’ambiente sia più lindo e trasparente possibile. Non possiamo permetterci certe cose, ne va della credibilità della federazione. Il nostro è uno sport giovanissimo, la maggior parte dei tesserati è sotto i 18 anni. Dobbiamo avere un’attenzione particolare. Prima di tutto viene l’atleta e noi abbiamo il massimo rispetto degli atleti”.