PARIGI (FRANCIA) - La guerra fra Iba e Cio continua. La Federazione internazionale di boxe, espulsa dal movimento olimpico nel giugno 2023, porta avanti la sua battaglia sui casi di Imane Khelif e Lin Yu-ting, escluse dai Mondiali di Nuova Delhi di due anni fa perchè non avevano superato il gender test e invece ammesse ai Giochi di Parigi, dove hanno vinto l’oro nelle rispettive categorie.
La Khelif non è stata ammessa nemmeno ai prossimi Mondiali in programma a marzo in Serbia perchè, a detta dell’Iba, non soddisfa i criteri di ammissibilità di genere.
Ora, sull’onda dell’ordine esecutivo firmato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per impedire agli atleti transgender di praticare sport femminili, la federazione guidata dal russo Umar Kremlev torna all’attacco e annuncia che verrà presentata “una denuncia ufficiale al procuratore generale della Svizzera, Stefan Blàtter, per quanto riguarda le azioni del Cio che hanno facilitato la partecipazione di questi atleti ineleggibili al torneo olimpico di boxe a Parigi.
Secondo la legge svizzera, qualsiasi azione o inattività che rappresenti un rischio per la sicurezza dei partecipanti alla competizione giustifica delle indagini e può servire come base per un’azione penale. Inoltre, denunce simili verranno depositate presso i procuratori generali di Francia e Stati Uniti”.
Per Kremlev l’ordine firmato da Trump “supporta gli sforzi dell’Iba per proteggere l’integrità dello sport femminile. Le nostre azioni mirano a garantire la parità di genere nella boxe.
Esortiamo le altre federazioni internazionali a seguire l’esempio dell’Iba, poiché siamo gli unici ad aver preso posizione in merito a questo problema e a sostenere i diritti dei nostri atleti”.