La polemica sulle partite di campionato giocate fuori dai confini nazionali entra nel vivo.

A intervenire è stato direttamente Aleksander Ceferin, presidente della UEFA, che in un’intervista rilasciata a Politico Europe ha espresso tutte le sue perplessità.

“Non siamo contenti – ha dichiarato Ceferin – ma dal punto di vista legale non abbiamo molti margini di intervento. Se entrambe le federazioni interessate danno il loro consenso, non possiamo fare molto. Tuttavia, credo che in futuro sarà necessario discutere seriamente di questo tema: il calcio dovrebbe essere giocato in Europa. I tifosi devono poter vedere le loro squadre a casa, non essere costretti a viaggiare fino in Australia o negli Stati Uniti”.

Il numero uno della UEFA ha aperto anche alla possibilità di una riflessione comune con FIFA e federazioni: “Va bene se è un’eccezione motivata, ma il principio resta che il calcio europeo va giocato in Europa. È una grande tradizione che dobbiamo preservare”.

IL CASO MILAN-COMO A PERTH - Le dichiarazioni arrivano nel pieno della discussione sulla sfida di Serie A tra Milan e Como, programmata per il weekend del 7-8 febbraio 2026.

La Lega Calcio, attraverso il presidente Ezio Maria Simonelli, ha confermato di attendere una risposta ufficiale della UEFA entro la fine del mese.

Il match, infatti, non potrà disputarsi a San Siro perché lo stadio sarà occupato il 6 febbraio dalla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Da qui l’ipotesi, già avallata dalle federazioni coinvolte, di spostare l’incontro a Perth, in Australia.

Infine, Ceferin ha voluto spegnere le voci su un’eventuale apertura della UEFA a organizzare le proprie competizioni fuori dall’Europa, come la finale di Champions League: “Per ora non è un tema sul tavolo. Non ne abbiamo discusso e non è all’ordine del giorno”.

Una presa di posizione chiara, che sembra voler difendere le radici del calcio europeo, pur dovendo fare i conti con un calendario sempre più congestionato e con esigenze logistiche straordinarie come quelle imposte dalle Olimpiadi.